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mercoledì 30 aprile 2025

Nessuno parla e scrive più di Mafia

Eppure clientelismo, violenze, 

intimidazioni sussistono.

 Le mafie, al plurale, si sono evolute, adattandosi a nuove sfide e cercando di rimanere "invisibili" invece di essere visibili con azioni eclatanti, violente, come ad esempio infiltrandosi nel settore legale dell'economia.

La Mafia c’era ieri nel latifondo,
oggi è nell’economia del terzo millennio,
dove c’è il capitale, dove c’è l’interesse
economico.
I media ci riferiscono
di
infiltrazioni mafiose al nord come
al sud e sempre più  in modalità subdole.
Infiltrazioni esistono nella sanità, nella
politica,  nell’edilizia, nella pubblica
amministrazione. 



  Il cittadino comune, se vuole capire e misurare lo spessore della presenza ai nostri giorni della cultura mafiosa, deve partire dal presupposto che le mafie si sono -come del resto la società- evolute, adattandosi a nuove sfide e cercando di rimanere "invisibili" invece di essere visibili con le azioni violente. La mafia, le mafie, dei nostri giorni, lo sostengono tanti esperti e sociologi, sono ormai infiltrate nel settore legale dell'economia, e perché no negli apparati pubblici? Vestono bene, con gravate e … e conoscono persino più lingue. Fermo restando che esiste, ancora, la manovalanza sempre disponibile.

  Periodicamente, sul blog, riporteremo alcuni fatti e tracceremo alcuni contesti della Sicilia mafiosa, a cominciare dall’alba della Sicilia ad economia latifondista fino a tempi più  recenti. Molta letteratura sulla Mafia ne segna una “nuova alba” a cominciare dal secondo dopoguerra, dall’episodio di Portella della Ginestra, da quella prima grande strage che diede inizio alla lunga vicenda dello stragismo in periodo repubblicano. Alcuni definirono l’episodio di Portella della Ginestra una “strage di Stato”, definizione non condivisa da più autori e da più storici, fra cui dallo stesso Francesco Renda, di cui ci proponiamo di condividere visione ed interpretazione su più pagine del blog che nel tempo proveremo ad esporre. Il prof. Renda, nel ritenere la strage di Portella, atto di sicura intimidazione del movimento contadino, nello stesso tempo lo incardina in una prospettiva storica di terrorismo agrario-mafioso, quale prima strage di una lunga serie di attentati stragisti quali “Piazza Fontana” a Milano, “Piazza della Loggia” a Brescia, “Stazione Ferroviaria” a Bologna, “Treno Italicus” , “Aereo di Ustica” ecc. ecc.

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  Periodicamente punteremo a evidenziare come mafia, terrorismo con finalità politica (di origine sia nera che rossa), alla luce della ricerca sociologica e storica hanno sempre puntato a conseguire esiti ai danni del procedere libero e democratico delle coscienze avanzate della società. Violenza ed intimidazione, sia sociale che individuale, sia affaristica che politica, sono sempre state le armi per rallentare il procedere delle coscienze democratiche e progressiste in qualsiasi angolo del pianeta.

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