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mercoledì 4 dicembre 2024

C’era una volta, in Italia, la Fiat

 Era il fiore all’occhiello 

dell’industria italiana

Giornali che riempiono pagine, tv che intrattengono famiglie, tutti a scoprire che in Italia sta venendo meno l’industria automobilistica, quella che da sempre si chiamava Fiat e da qualche tempo aveva assunto un nome strano: Stellantis. Adesso non c’è media che non dedichi spazio a qualcosa che lascia intendere  … che Mirafiori si avvia verso ….il declassamento 

  Francesco Bertolino, giornalista del Corriere della Sera spiega così come, dopo un buon 2023 si sia arrivati ad una fase che lascia impensierire sul futuro industriale automobilistico dell’Italia «In Europa il mercato dell’auto crolla e negli Stati Uniti, vero motore degli utili della casa, i prezzi troppo elevati allontanano la clientela e le auto si accumulano nei piazzali dei concessionari. Stellantis è così costretta ad abbattere le previsioni di profitto per il 2024, mettendo a rischio anche i dividendi. Dopo i bilanci, si incrina anche il rapporto con Elkann e la famiglia Agnelli. Il cda dà perciò avvio alla ricerca di un sostituto per Tavares nel 2026. L’insistenza del manager sull’elettrico, incurante delle vendite stagnanti, e lo scontro sempre più duro con il governo italiano fanno però precipitare gli eventi sino alle dimissioni con effetto immediato di domenica». 

  Il governo avrebbe chiesto tre impegni tassativi: 1) rivedere i progetti legati ai contratti di sviluppo dell’azienda, ora in standby, affinché non prevedano la riduzione occupazionale (a differenza della corrente fase); 2) realizzare la gigafactory di Termoli, la cui costruzione è slittata; 3) destinare all’Italia la nuova piattaforma per la produzione di citycar
  C’è  poi da dover rifinanziare a fine anno gli  ammortizzatori sociali che incidono negli stabilimenti ex Fiat, per quasi la metà degli oltre 40 mila dipendenti italiani di quell’Azienda che, nel tempo andato, era invece il fiore all’occhiello dell’industria italiana.

L’essere umano e la comunità (1)

 La ricerca di una immagine

e la stupidità del razzismo

   

Ciascuno è unico

Attraversando gli anni della vita, tutti abbiamo la possibilità, il privilegio, di conoscere la vasta varietà delle personalità dei tantissimi nostri interlocutori, amici, conoscenti, concittadini, … esseri umani.

  E’ ovvio, e’ scontato viene da scrivere, che qualsiasi individuo è -costituisce- una realtà complessa e un complesso di realtà (unica). Ciascuno di noi proietta, coltiva, alimenta, serve e si adopera a rappresentare l’immagine (di sé stesso).

    L‘Individuo e’ una realtà complessa e nel contempo un complesso di realtà. Ha un aspetto fisico, ha un quoziente intellettuale, ha un temperamento, un carattere, un bagaglio istintivo, reazioni primarie e secondarie; ed il tutto è compenetrato dalla coscienza e tutto questo già va a costituire un qualcuno, ovvero un individuo.

   Tutto l’insieme delle caratteristiche costituiscono l’immagine sociale, che nel contesto comunitario va a definire con un nome (Roberto, Francesco, Irene …).

     A tutto quanto tratteggiato sopravviene, va aggiunta, l’opinione, che non è altro che la visione o l’impressione che gli altri, la società ha, si crea. Compete, appunto, alla società definire l’immagine (la visione, l’opinione …) su colui che è l’individuo. Sotto un punto di vista differente, si può pure dire che è la società nel cui ambito l’individuo è inserito a farsi un’immagine, un’opinione, una visione dell’individuo. 

   Siamo a ciò che tutti chiamiamo, definiamo il personaggio della persona.

(Segue)

Luoghi e Storia di Sicilia

Castello di


Carini


Fu eretto ad opera del primo feudatario normanno Rodolfo Bonello, guerriero al seguito del conte Ruggero I di Sicilia. Il maniero divenne famoso quale teatro di una tragica vicenda: il 4 dicembre 1563 donna Laura Lanza di Trabia, baronessa di Carini, moglie di Don Vincenzo La Grua-Talamanca, venne uccisa dal padre per motivi di onore insieme al presunto amante Ludovico Vernagallo. Gli atti di morte dei due si trovano trascritti presso l'archivio storico della Chiesa Madre di Carini.





 

martedì 3 dicembre 2024

Sicilia Nostra, quella post unitaria (2)



Contessa Entellina
1865

           Nel dopo Unità d'Italia il nostro centro abitato si denominava, in via ufficiale, semplicemente Contessa
                    
        Nel 1864 contava 3472 abitanti. Già da qualche anno, subito dopo l'unità d'Italia, varie centinaia di contadini, molti dei quali avevano partecipato alla battaglia di Ponte Ammiraglio, erano già emigrati in direzione di New Orleans al seguito dei fratelli Vaccaro, leaders dei contessioti-garibaldini.

         Il quadro socio-economico locale non era davvero prospero in quel post "Unità": in una relazione ministeriale del 1865 Contessa è inserita in un elenco di 34 comuni dell'isola privi di strade di collegamento rotabili (carrozzabili) con altre realtà comunitarie limitrofe. Il territorio locale era comunque solcato da più trazzere,  che non si prestavano pero' all'introduzione e all'uso dei carretti

         I comuni che disponevano di strade di collegamento rotabili erano nell'Isola solamente 40 con una popolazione complessiva residente di 444.000; nei restanti 34 comuni, privi di strade rotabili, risiedevano 128.000 persone (di cui i 3472 di Contessa).



 

Luoghi e Storia di Sicilia

Castello di


Modica


Nato come fortificazione rupestre che si sovrappone ad un'emergenza funeraria del tipo di Pantalica, viene modificato in varie epoche tra l'VIII e il XIX secolo, e si erge su un promontorio roccioso difficilmente attaccabile. Qui il conte Matteo Chiaramonte ospitò nel 1366 il re Federico IV d'Aragona, e nel 1401 il conte Bernardo Cabrera vi accolse il re  di Sicilia Martino I. Vi si amministrava anche la giustizia, essendo dal 1361 sede della Gran Corte, per divenire dal 1862 Tribunale civile e penale.

lunedì 2 dicembre 2024

Così ci ha fatto riflettere

Prof. Antonino Buttitta

Le vicende umane scorrono nella Storia come le acque di un fiume dall'andamento lento oppure vorticoso e, pur percorse da diverse e misteriose correnti, si confondono e si fondono in un unico corso. Quando lo osserviamo è come se un invisibile  telecamera  ne riprendesse  singoli dettagli, quando insomma la regia della mente decide, indicando ai tecnici  delle luci di illuminare questo o quel particolare.

 Il film che ne risulta è solo una sequenza di immagini parcellari  la cui intelaiatura  logica non è più quella della realtà considerata ma quella imposta  da chi cura il montaggio. E' così che gli storiografi  si illudono, illudendoci, di conoscere e raccontare la storia di uomini e società, proponendo frammenti per il tutto: singoli pezzi di un puzzle  di cui a loro come a noi spesso sfugge il disegno complessivo.

 La realtà che risulta dal lavoro di selezione e ricostruzione dello studioso di storia è in sostanza  discrasica rispetto a quella  realmente vissuta, sia per lo stato, pur sempre limitato, delle sue conoscenze sia per altri fattori su cui è utile soffermarci.

 La realtà è un unicum continuum, la sua rappresentazione necessariamente un discretum . Quest'ultimo, quindi, in quanto esito di un processo di riduzione, è una deformazione del primo. A questa riduzione concorre un insieme di convertitori di cui alcuni costanti e altri variabili. Costanti sono i processi cerebrali, le strutture logiche che funzionano come meccanismi di base per la osservazione e la costruzione della rappresentazione; variabili le ideologie e i modelli culturali che non sono, come si ritiene, dentro di noi, quasi che la mente fosse un semplice contenitore, ma sono trama e ordito del nostro pensiero, funzionano come un dispositivo organico agli stessi materiali che elabora.   

Parole ricorrenti sui media

 

confederali

Cgil, Cisl e Uil sono detti sindacati confederali perché rappresentano tutte le categorie dei lavoratori e non solo quelli di un singolo settore tramite le Federazioni di categoria

Luoghi e Storia di Sicilia

Castello di


Butera


Risalente all'XI secolo, nel corso del tempo ha ricevuto diversi ritocchi, come evidenziato dal torrione e dalle finestre a bifora. E' in ottimo stato di conservazione, dopo i lavori di restauro eseguiti nell'ultimo decennio. Costituiva il nucleo centrale di una roccaforte la cui difesa era affidata, oltre che alla cinta muraria, alle scoscese pareti della collina sulla quale si erge, a quota 400 metri s.l.m., il centro storico di Butera. Per la sua posizione strategica  fu ambita preda di tutti i conquistatori della Sicilia. 

domenica 1 dicembre 2024

Pagine di storia, cultura e natura

 Ricordando

Anton Blok

 Non capita più (da tempo) sui media di leggere ricostruzioni sullo stato di vitalità o meno dell'associazione che per lungo tempo è stata denominata Mafia (Cosa Nostra). Nessuno però in Italia immagina che quel fenomeno sociale tanto ramificato -fino a un decennio fa- nella nostra Sicilia sia quasi miracolosamente venuto meno; nessuno crede che il rapporto che da sempre (=dalle origini ottocentesche) è esistito tra una parte marcia delle istituzioni, compresa parte della società civile, e la realtà illegale  definita mafiosa, si sia definitivamente sciolto.

  Non mancano gli osservatori che sottolineano come nel tempo e’ andata cambiando la percezioni sociale del fenomeno, come pure del modo di relazionarsi dei differenti soggetti che di quel fenomeno sono stati protagonisti, ma nessuno scommette che la stretta interconnessione tra la Cosa Nostra storica e talune sfere della politica sia venuta meno, anche perché non si capisce come tante figure politiche inadeguate alla vicenda sociale dei territori, riescano a  conseguire tanti consensi elettorali.

  E se è convinzione diffusa che il fenomeno non è debellato, e’ buon motivo quello di continuare sul Blog a tratteggiare il quadro storico sulle origini del fenomeno, che in larga parte, nell’ispirazione, attingiamo dal libro del prof. Anton Blok, e non solamente da esso. E’ questo il nostro modo di ricordare l’amico sociologo recentemente venuto meno.

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La domenica serve anche per riflettere

 L’annuncio della fede in

Gesù morto e risorto

Nasce il Cristianesimo. L’annuncio di Gesù (in passato si diceva meno bene la “religione” di Gesù) lungo il tempo andava diventando annuncio su Gesù, considerato Salvatore divino.. Per San Paolo, Gesù è Figlio di Dio che nella pienezza dei tempi si è fatto uomo nel seno della vergine Maria (Gal. 4,4); e’ l’essere celeste che ha preso forma umana e si è fatto obbediente fino alla morte, ricevendo per questo da Dio il nome che è sopra ogni nome (Fil. 2,7). Dall’altro lato il valore salvifico della Legge, anzi il carattere meritorio delle opere, e quindi il privilegio nazionale dei Giudei, venivano completamente annullati dal principio paolino della giustificazione di tutti gli uomini (Giudei e Pagani)  per mezzo della sola fede nel Cristo morto e risorto (Rm. 3,29-30).

Accadeva che il Cristianesimo si staccava, quindi, dal giudaismo e si affermava  come religione non localistica della Palestina, ma universale. Gli elementi più legati alla tradizione giudaica ovviamente reagirono con forza alla predicazione di San Paolo, intervenendo presso i capi della comunità di Gerusalemme. La lettera ai Galati, scritta attorno agli anni cinquanta, durante un soggiorno ad Efeso, e’ testimonianza del suo duro confronto con i gruppi estremi giudeo-cristiani sul piano teologico, mentre il concilio di Gerusalemme (anno 49?) evidenzia il confronto col gruppo dei più moderati, rappresentati da Pietro e da Giacomo su materie piuttosto disciplinari. In questa sede, secondo gli Atti degli Apostoli (15,22-29), venne raggiunto un compromesso in base al quale i pagani che si convertivano, essendo liberi dagli obblighi mosaici (circoncisione..), dovevano comunque osservare alcune pratiche rituali di origine giudaica.

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Una riflessione dei nostri giorni di

Gianfranco Ravasi

Gesù figlio di Adamo. Gesù sta per entrare sulla scena pubblica. E’ un trentenne residente a Nazaret, considerato figlio di Giuseppe: è proprio dall’espressione “come si riteneva” che nasce la definizione di “padre putativo” assegnato allo sposo di Maria nei confronti del figlio legalmente da lui assunto in carico. E’ appunto all’inizio della predicazione di Cristo che l’evangelista Luca decide di tracciare il suo albero genealogico, così come aveva fatto Matteo all’inizio, però della vita fisica del Bambino.

Chi è?
Gianfranco Ravasi, (Merate, 18 ottobre 1942) è cardinale, arcivescovo cattolico e biblista italiano, teologo ed ebraista.