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martedì 31 dicembre 2024

Salutiamo l’anno che va e quello che viene

 Tutto finisce per dare inizio a qualcosa di sempre nuovo.


Buon fine anno!

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Buon inizio anno

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Scorrendo Wikipedia

  • A questo mondo tutto quello che ha un inizio ha anche una fine. (Matrix Revolutions)
  • Bisogna continuamente ricominciare dalla fine. (Stanisław Jerzy Lec)
  • Ciò che diciamo principio | spesso è la fine, e finire | è cominciare. (Thomas Stearns Eliot)
  • E poi quando l'inizio di una cosa è molto bello, io mi domando se è bene portarla a termine. (Angelo)
  • È proprio quando si crede che sia tutto finito, che tutto comincia. (Daniel Pennac)
  • Il mondo non comincia e non finisce da nessuna parte, l'esistenza non ha inizio né fine. Anche tu non hai inizio né fine. (Osho Rajneesh)
  • L'addio è la promessa di un ritorno. La fine è la possibilità di un nuovo inizio. La fine e l'inizio, la partenza e l'arrivo, sono solo istanti del viaggio. Fare un buon viaggio è la cosa più importante di tutte. Quindi, ragazzi, buon viaggio. (Teen Angels)
  • L'inizio autentico, in quanto salto, è sempre un salto in avanti in cui è già oltrepassato tutto ciò che verrà, anche se lo è in modo velato. L'inizio include già, nascosta, la fine. L'inizio autentico non ha però il genere di «inizialità» propria del primitivo. Il primitivo, essendo privo del carattere anticipativo del salto donante e fondante, è sempre mancante di avvenire. Esso non può lasciar derivare nulla dal suo seno, poiché non racchiude in sé null'altro che ciò di cui è prigioniero. (Martin Heidegger)
  • L'inizio è la mia fine e la fine è il mio inizio. Perché sono sempre più convinto che è un'illusione tipicamente occidentale che il tempo è diritto e che si va avanti, che c'è progresso. Non c'è. Il tempo non è direzionale, non va avanti, sempre avanti. Si ripete, gira intorno a sé. Il tempo è circolare. Lo vedi anche nei fatti, nella banalità dei fatti, nelle guerre che si ripetono. (Tiziano Terzani)
  • La fine è un inizio | invisibile? (Alberto Casiraghi)
  • Non so dove iniziare o dove finire perché la vita stessa non ha principio e non ha fine. Come queste colline che vi circondano, o le nuvole che vagano sopra di voi, o come il cielo, anche voi siete senza principio e senza fine. Nulla inizia mai, né finisce. E ciò che può avere un inizio o una fine sarà inevitabilmente artificiale. La natura permane sempre, è imperitura. Esiste sempre. (Osho Rajneesh)
  • Persino una fine ha un inizio. (Editors)
  • Tutto ciò che ha un inizio ha anche una fine. Il giorno diventa notte... l'estate si stempera nell'autunno... Nel nostro cuore sappiamo che per quanto possiamo desiderare il contrario, in un mondo regolato dal tempo non può esserci alcun inizio, senza una fine. (Being Erica)?
  • L’eterno ritorno di
  • Nietzsche ? O no!

L’anno che va via

I super ricchi del pianeta solidarizzano:

Elon Musk e Vladimir Putin

 

 Siamo al 1.432esimo giorno di guerra in Ucraina. Elon Musk, il super miliardario ed esponente di punta della prossima amministrazione repubblicana di Trump,  attacca e condanna il nuovo invio americano di aiuti militari all'Ucraina disposta dal Presidente uscente Biden, in carica fino al 20 gennaio p.v. 
 Lo stanziamento annunciato ammonta a circa 2.5 miliardi di dollari in assistenza alla sicurezza per l'Ucraina ed Elon Musk, notoriamente contrario al prosieguo dei finanziamenti a Kiev, è intervenuto a gamba tesa.

 Il super miliardario  Musk (che è sempre stato critico nei confronti degli aiuti all’Ucraina) definisce  il presidente Volodymyr Zelensky «campione di furti di tutti i
 tempi». Partecipando ad una conversazione su X in cui una serie di utenti criticavano la decisione di Joe Biden, il miliardario ha commentato in un post, in particolare, «All-time champ», «campione di tutti i tempi».

Politica, economia, sociologia e diritto

 Novità sui requisiti di pensionamento

La legge di Bilancio prevede per il 2025 una situazione simile a quella del 2024 tranne che per la novità introdotta che consente solo ai totalmente contributivi (cioè chi ha iniziato a lavorare dall’1/1/1996) di poter accedere alla pensione con 64 anni di età e con 25 anni di contribuzione se la pensione maturata sarà pari a tre volte l’importo dell’assegno sociale ordinario (circa 1.616 euro mese per 13 mensilità). 

La normativa precedente prevedeva 20 anni di contribuzione e solo 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale.

 Nel 2025 si potrà eccedere al pensionamento nelle seguenti modalità: 


1) pensione di vecchiaia con 67 anni di età e almeno 20 di contribuzione (quota 87). L’età anagrafica che è adeguata alla aspettativa di vita rimarrà a 67 anni fino a fine 2026; nel 2027 è probabile un aumento a 67 anni e due o tre mesi;


 2) La pensione di vecchiaia anticipata — ex anzianità — resta possibile con 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva indipendentemente dalla età anagrafica (41 anni e 10 mesi per le donne) senza ulteriori adeguamenti alla aspettativa di vita fino al 2026.  Per poter accedere a questa prestazione è prevista una «finestra» di tre mesi. Ossia, la prima rata di pensione si avrà dopo tre mesi dalla maturazione dei requisiti. Occorrerà quindi fare la domanda e chiedere al datore di lavoro di poter lavorare ancora tre mesi per evitare di restare senza stipendio e senza pensione.

lunedì 30 dicembre 2024

Le più antiche università italiane

 

Le prime università sorte in
Europa sono nell’ordine:
1) Bologna anno 1067
2) Oxford anno 1096
3) Parigi anno 1108

La prima vera università italiana è quella di Bologna, sed di un’antica scuola di diritto, resa celebre da Irnerio, che agli albori del XII secolo insegnava diritto romano, e da Graziano, docente, attorno al 1140, di diritto canonico.

 A causa delle relazioni conflittuali tra il Comune e l’università di Bologna, nel XIII secolo numerosi docenti e studenti abbandonarono la città per trasferirsi in altri centri: da tali secessioni ebbero origine le università di Reggio Emilia (1188), Vicenza (1204), Padova (1222) e Siena (1246), mentre l’università di Vercelli (1228) nacque da una “colonia” staccatasi da Padova. Una delle più antiche Università fu quella di Arezzo (1215). Piacenza fu la prima città italiana la cui scuola municipale di diritto fosse riconosciuta come Studium generale (1248). Altre scuole locali sviluppatesi come università furono quelle di Ferrara (1391), Treviso (1318), Pavia (la cui antica scuola di leggi fu riconosciuta come Studium generale solo nel 1361 dall’imperatore Carlo IV).  Un caso particolare è quello dell’università di Napoli, primo esempio di università statale italiana, fondata nel 1224 da Federico II. A Roma,  università particolari furono lo Studium Curiae, fondato nel 1244-1245 dalla curia romana, e lo Studium urbis, fondato da Bonifacio VIII nel 1303. Con bolle papali furono riconosciute le università di Perugia (1308), Verona (1339), Firenze (1349). Istituite successivamente furono quelle di Torino (1405), Catania (1443), Pisa (1473), Parma (1502), Messina (1549), Urbino (1564).

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L’Università degli Studi di Palermo è un’università statale che mette a disposizione 195 corsi di laurea, 6 master e 79 corsi di specializzazione. L’ateneo dà la possibilità agli studenti di seguire il proprio corso di studio in università estere con la possibilità di conseguire anche un doppio titolo.

La Sicilia: incantevole, profondo e coinvolgente luogo dell’anima

Impressioni, commenti, riflessioni (5)

 I. W. Goethe: Palermo, venerdì, 13 aprile 1787

L’Italia senza la Sicilia non è completa, soltanto qui si trova la chiave di tutto.

Non si può dire bene a sufficienza del clima; siamo nella stagione delle piogge, ma non sono continue, oggi per esempio tuoni e lampi, e tutto verdeggia vigorosamente. Il lino in parte cresce, in parte è già fiore, dall’alto pare di scorgere limpidi laghetti, da tanto i campi  di lino sono di un azzurro verde.

Infinite cose incantevoli! Il mio compagno è un ottimo uomo, un autentico Hoffegut, così come io faccio onestamente la parte di Treufreund. Ha già fatto una quantità di schizzi e continuerà a disegnare il meglio. Che piacere, il pensiero di tornare a casa con tanto tesoro!

(Tratto da: “Viaggio in Sicilia”)

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Chi è stato Johann Wolfgang Goethe: 

Poeta, narratore, drammaturgo tedesco (Francoforte sul Meno 1749 - Weimar 1832). Genio fra i più poderosi e poliedrici della storia moderna, si manifestò in un'epoca in cui ormai risultava operante la consapevolezza d'una acquisita libertà di sentimenti e di espressione; gli fu quindi spontaneo rendersene partecipe e anzi incrementarla segnando un cambiamento radicale nella coscienza culturale tedesca ed europea. Definito "olimpico" per il suo equilibrio, per esso esaltato e anche censurato, e talora persino schernito, di questo equilibrio non fece oggetto di soddisfatta fruizione bensì oggetto ambizioso d'una continua, tutt'altro che olimpica ricerca, operata nei varî campi d'interesse, negli studî scientifici, nell'azione pubblica e soprattutto nella produzione portica. 

Il tempo che passa

“Tomber aux oubliettes” 

è l’espressione francese che si usa per dire

 “cadere nel dimenticatoio” o “finire nell’oblio”,

e’ quanto capita alla grande parte degli esseri umani.

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L’ansia di non
sparire


Anton Cechov,  lo scrittore russo (Taganrog 1860 - Badenweiler 1904). Narratore tra i più insigni della letteratura russa di epoca contemporanea, fin dalle sue prime opere di carattere comico e caricaturale mira all'essenziale e aborre, tanto nello stile quanto nella costruzione, da tutto ciò che è intrusione personale, abbandono narrativo. Il suo riso è asciutto, pacato, talvolta triste. E la tristezza si fa sempre più sofferta accettazione del grigiore ineluttabile dell'esistenza, cui è dato solo di sperare in un lontanissimo migliore avvenire. 

Ci tramando’:

Si, Dimenticheranno. E’ il nostro destino, non ci si può far nulla. 

Ciò che a noi sembra serio, significativo, molto importante, col passare del tempo sarà dimenticato o sembrerà irrilevante. 

Ed è curioso che noi oggi non possiamo assolutamente sapere che cosa domani  sarà ritenuto sublime, importante e che cosa meschino, ridicolo … 

E la nostra vita, che oggi viviamo con tanta naturalezza, apparirà col tempo strana e scomoda, priva di intelligenza, non sufficientemente pura, forse addirittura immorale.

domenica 29 dicembre 2024

Flash sulla letteratura medievale

Brevi notazioni sulla Divina Commedia

 

Dante fu un ribelle mai allineato.
Cosi lo descrive Roberto Saviano:

Dante non fu solo un uomo di lettere,
ma fu soprattutto un intellettuale
impegnato, e la sua attività politica,
insieme alla verve intellettuale, rovinò
per sempre la vita sua. Per Dante non è
esistito nulla al di fuori dell’impegno;
ricordiamolo questo, quando ci viene
consigliato di tenerci alti, equidistanti,
di non entrare troppo nelle cose, di non
essere divisivi, di non prendere posizione.
Chi esorta l’intellettuale a essere distaccato,
crede di vivere in un mondo pacificato,
cosa che non è, che non è mai stata e che
mai sarà.
Dante fu accusato, dopo il colpo di
Stato a Firenze del 1301, di «baratteria»,
cioè peculato e concussione, ovvero
distrazione di fondi pubblici ed estorsione,
in altri termini mazzette, che avrebbe preso
per nominare i nuovi priori. Fu accusato
anche di aver favorito gli amici, e
 — per danaro — di aver tradito Firenze e
fatto opposizione al papa.

Oggi la Commedia per noi è la Commedia.
Ma quando Dante era vivo la Commedia
era considerata un’accozzaglia di rutti,
e per di più materia incandescente: troppo
freschi i fatti di cronaca che raccontava;
troppo aperti i giudizi che intercettava;
 troppo attuali i mali della cattiva politica
che  denunciava; e troppo viventi i
mammasantissima che tirava in ballo.

  Dante in più tratti del Poema parla della missione come affidatagli da Dio, che gli ha consentito di fare esperienza nell’al di là, delle conseguenze del peccato, della purificazione e della glorificazione delle anime come esemplare itinerario di salvezza per la sua anima e per la società civile e religiosa.

  L’appassionata volontà di farsi banditore di verità e di giustizia deriva a Dante dalla sua vita travagliata: aveva assaporato l’amarezza dell’ingiustizia e sofferto per l’ingratitudine e la malizia dei suoi concittadini che gli diventano nemici -stando a Brunetto Latini- non perché ha operato male nella vita pubblica, ma per il suo “ ben far” . 

  L’ingratitudine per interessi di parte  e’ quanto di più amaro può sperimentare un uomo che si dedica alla politica per spirito di servizio, così ieri come oggi. Dante richiama ancora quanto accaduto a Farinata degli Umberti.  Nel Poema più volte  torna il motivo dell’uomo onesto,  corretto, che cade vittima dell’invidia, che è “la meretrice che mai dall’ospizio/ di Cesare non torse gli occhi putti/ morte comune,  de le corti vizio”. L’invidia che Dante cita come il primo dei mali di Firenze perché da essa  ebbero origine i contrasti e le lotte tra cittadini.

  La faziosità e’ la degenerazione della politica, sconvolge l’ordine dei valori, opera senza tener conto del bene e del male, anzi riesce con la calunnia a trasformare in errore reato il “ben fare” dell’avversario. E’ questo il punto dolente della drammatica storia personale di Dante. Il perverso modo d’agire di cortigiani e politici corrotti contro gli onesti che hanno ben operato e’, dunque, più volte richiamato nel Poema e si traduce sinteticamente in un giudizio di grande efficacia: “… e però mal cammina/  qual si fa danno del ben fare altrui” (Pd. VI, 131-132).

(Segue)

Approvato il Bilancio dello Stato 2025

Il Bilancio 2025 è  stato approvato in via definitiva dal Senato con 108 sì, 63 no e 1 astenuto. Che sia il provvedimento che più strati sociali della società italiana si attendevano non si può sicuramente dire.

Quello che più farà male ai contribuenti italiani  è che nel 2025 la promessa riduzione delle tasse non ci sarà. Anzi!

* * *


Le spese correnti previste sono pari a
776,1 miliardi, mentre quelle in conto
capitale si attestano a 139,5 miliardi
. Le
spese finali di competenza nel 2025
ammontano pertanto a circa 915,6 miliardi
.




1) La gran parte dei fondi (quasi 18 miliardi dei 30 totali) è destinata sulla conferma dell'Irpef a tre aliquote e al taglio del cuneo fiscale sugli stipendi. Ma ben pochi cittadini vedranno sia pure piccoli benefici in busta paga.

2) 
L’Ires (l’imposta sulle società) raggiungerà soltanto 18 mila imprese.

3) Le aspettative di uno sgravio sui redditi del ceto medio (tra i 28 e i 50/60 mila euro) erano legate all’esito del concordato fiscale per gli autonomi, che si è però rivelato un grande flop. Infatti:

== il gettito del patto fiscale con le partite Iva è stato solo di 1,6 miliardi di euro, quando per la riduzione di due punti dell’aliquota intermedia del 35% ce ne sarebbero voluti almeno il doppio. 

== Il ceto medio dovrà dunque ancora attendere.
Quelli che ricaveranno qualche vantaggio, invece, sono alcuni contribuenti con redditi da lavoro dipendente (sotto i 40 mila di reddito annuo) e qualche pensionato che potrà accedere alla flat tax (per gli aumenti delle minime si parla di poco meno di due euro netti al mese, 

4) Si sono trovate le risorse per il Ponte sullo Stretto: altri 1,4 miliardi di euro fino al 2032!). 

5) I più ricchi vedranno aumentare le tasse (o diminuire le detrazioni che abbattono il peso delle imposte).
​


La domenica serve anche per riflettere

 La prima chiesa

  L’aumento del numero dei fedeli impose alle iniziali comunità cristiane il problema di doversi dare un’organizzazione, un coordinamento. Da questo presupposto fu dato avvio gradualmente alle prime istituzioni ecclesiali.

 A capo di ciascuna comunità territoriale fu preposto un vescovo (inizialmente denominato sorvegliante), da cui dipendevano alcuni diaconi a cui competevano sopratutto incombenze di natura amministrativa e alcuni presbiteri, incaricati di assolvere funzioni spirituali e liturgiche.

 L’autorità del vescovo si fondava sul principio della “successione apostolica”: ogni apostolo aveva personalmente consacrato, a capo di ciascuna comunità un vescovo. Tutti i vescovi (che teoricamente erano da considerare pari e fra loro autonomi) possedevano pari dignità e però iniziò ad affermarsi una posizione di maggior prestigio al vescovo della capitale dell’Impero, al vescovo della chiesa di Roma di cui si sosteneva essere stata fondata da San Pietro.

Da Roma si diramavano
le strade consolari
  Gli storici individuano uno dei fattori che agevolò la diffusione del Cristianesimo nella capillare (in relazione ai tempi) rete di comunicazione e trasposti di cui disponeva l’Impero Romano. Una fitta rete di strade era stata sviluppata nel corso dei secoli a cominciare dalle iniziali denominate consolari perché fatte costruire dai consoli della repubblica romana. All’apogeo dell’Impero la rete stradale romana  raggiungeva uno sviluppo di circa 90mila chilometri di cui la prima e più rilevante era la Via Appia (la regina viarum) che collegava Roma con la parte orientale dell’Impero.

 Lungo il tracciato stradale, ad intervalli regolari, stavano le stationes e mutationes, vere e

I mulini ad acqua nel corso
dei secoli costituirono sempre
luoghi di sosta per chi intraprendeva
lunghi viaggi
 proprie stazioni di posta in cui i viaggiatori potevano trovare alloggio e riparo. E’ da ricordare che le antiche mappe stradali (itineraria) continuarono ad essere usate ed aggiornate  per tutta l’epoca tardo/antica ed in Sicilia fino a Medio Evo tramontato. Qui, in Sicilia, costituivano posti di sosta i mulini ad acqua dove ci si fermava per trascorrere le notti dei lunghi viaggi. La rete stradale romana  è sostanzialmente rimasta in uso fino ai nostri giorni dal momento che tante strade moderne ricalcano il percorso delle antiche.


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Una riflessione dei nostri giorni di

Joseph Ratzinger

La crisi della fede

Viviamo indubbiamente in un periodo storico in cui la tentazione di fare a meno di Dio sì è fatta molto forte. La nostra cultura tecnologica e del benessere poggia sulla convinzione che in sostanza tutto è fattibile. Naturalmente, se i presupposti sono questi, la vita si esaurisce in ciò che può essere fatto, prodotto, dimostrato da noi. La questione Dio esce di scena.

La generazione di questo atteggiamento -e la tentazione e’ molto forte perché la ricerca di Dio presuppone effettivamente che ci si sposti su un altro piano, una volta forse più facilmente accessibile- induce ad affermare con naturalezza: ciò che non facciamo noi stessi nemmeno esiste.

D’altro lato abbiamo anche tentativi di fare della realizzazione interiore dell’uomo, della felicità, un prodotto costruibile. Oppure c’è la via di fuga in forme religiose  che apparentemente fanno a meno della fede, in offerte esoteriche che poi spesso si riducono a tecniche per il raggiungimento della felicità. Tutti questi modi di mantenere un certo ordine nel mondo e di risolvere l’enigma dell’esistenza sono coerenti con il modello esistenziale del presente. La parola della Chiesa pare invece provenire dal passato, sia che intendiamo per passato il radicamento di questa parola in un’altra epoca storica alla quale non apparteniamo più, sia che ci riferiamo al suo nesso con una forma di vita che non è più quella del presente. Di sicuro la Chiesa non ha ancora effettuato fino in fondo il balzo nel presente. Il grande compito che ci attende è quello di riempire di esperienza di vita le vecchie, grandi parole della tradizione che sono ancora davvero valide, così da renderle comprensibili. Abbiamo ancora molto da fare da questo punto di vista.

Chi è stato Joseph Ratzinger

E’ nato nel 1927 a Marktl am Inn (Baviera). Dopo gli studi teologici e l’ordinazione sacerdotale insegnò’ teologia nelle università di Monaco di Baviera, Bonn, Tubinga, Regensburg. Nel 1981 fu nominato prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Nel marzo 1985 e’ stato eletto Papa della Chieda Cattolica. E’ deceduto nel 31 dicembre 2022, dopo che il 28 febbraio 2013 rinunciò al pontificato.

La Sicilia: incantevole, profondo e coinvolgente luogo dell’anima

Impressioni, commenti, riflessioni (4)

Ancora oggi, la Sicilia sa
ammaliare i visitatori.
Luciano De CrescenzioNella storia della letteratura la prima volta che si parla della Sicilia e’ nel dodicesimo libro dell’Odissea. E’ la maga Circe che suggerisce ad Ulisse di non andarci mai. “Incontrerai -gli dice- un’Isola di rara bellezza chiamata Trinacria. Il mio consiglio, o divino, è quello di non sbarcare e di tirare avanti. Su quell’Isola infatti pascolano migliaia e migliaia di mucche di capre, tutte care al Dio Sole. Se ne ammazzi solo una la tua fine è segnata. Il Dio Sole non te lo perdonerà mai”. Nella natura, insomma, al bello si accoppia sempre il pericolo. E così anche con le donne: innamorarsi di una donna troppo bella a volte fa sorgere dei problemi, e la Sicilia, perché si sappia, è una donna bellissima.

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Chi fu Luciano De Crescenzio

Scrittore e uomo di spettacolo italiano (Napoli 1928 - Roma 2019). Autore di successo di numerose opere di divulgazione filosofica, è stato anche regista, attore e conduttore televisivo.

sabato 28 dicembre 2024

Flash sulla letteratura medievale

 Brevi notazioni sulla Divina Commedia

Stando ad alcune letture, pare che esistano circa settecento  manoscritti della Divina Commedia di Dante, alcuni datati, altri databili o di data incerta. Nessuna copia tuttavia è autografa di Dante. La copia più antica risale al 1329, otto/nove anni dopo la morte del poeta.

Per gli studiosi la grande opera fu scritta a glorificazione di Beatrice, e ciò pone la Divina Commedia  sulla scia letteraria delle visioni allegoriche, opere diffusissime lungo tutto il Medio Evo.

Dante cita in vista del viaggio ultraterreno prospettatogli da Virgilio i suoi timori e dubbi e si ritiene indegno per l’impresa che fino ad allora era stata intrapresa solamente da Enea e da San Paolo: “Io non Enea, io non San Paolo sono” (In. II, 32). Sarà comunque Virgilio a rincuorarlo e a indurlo al “viaggio”.

 Alla base dell’Opera stanno sicuramente l’Eneide e i Testi Sacri. Dante, in particolare, coglie la continuità fra il pensiero degli antichi e quello dei cristiani, fra la moralità dei Romani ( virtù civili) e l’etica cristiana, pervenendo ai principi che sono ancora oggi alla base della civiltà occidentale. Nell’Epistola a Cangrande della Scala, a cui dedica il Paradiso, Dante chiarisce perché ha definito “Commedia” l’intero Poema: è scritto in volgare ed in stile “comico”, ossia modesto; il linguaggio illustre e lo stile alto -sostiene- si addicono alla “tragedia” e ai personaggi illustri, mentre egli si è proposto di parlare di persone di poco conto e della cronaca dei suoi giorni. In realtà la Commedia dantesca ha uno stile molto vario e tratta sia del “comico” che del “tragico” del vivere umano, e ci si imbatte sia nel plebeo che nel colto.

(segue)

La Sicilia: incantevole, profondo e coinvolgente luogo dell’anima

Impressioni, commenti, riflessioni (3)

 

Leo Gullotta: U’ Mari, I Munti, A’ Nivi, A’ Trazzera, Bagghiu, U’ Suli,

I Picciriddi, Curtigghiu, U’ Cori, Dolore, U’ Futtinu,

A’ Cezza, A’ Trizza, Tina, Janu, Melu, Ognina,

Fico D’India,

I Mannarini, Zagara, A’ Granita, U’ Sfingiuni, Tumpuloni,

Caponatina, Pagghiuolo, Cassatella, Olivelle, Iris,

A’ Brioscia, Sant’Aita, Monte Pellegrino, Santa Rosalia,

Selinunte, Malavoglia, Giuda’, Mastro Don Gesualdo,

Il Gattopardo, Vizzini, Martoglio, Etna, Capo Passero,

Erice, Barocco, Noto, Operai, Emigranti,

Pasta Ca’ Muddica, A Pasta Ca’ Sassa, Ricotta Salat,

Enzo Maiorca, Angelo Musco, Giovanni Grasso,

Rosina Anselmi, Mario Giusti, Zichichi,

Leonardo Sciascia, Ignazio Buttitta,

Pippo Fava, Francesco Di Maggio, Tano Grasso,

U’ Mauro, U’ Tunnu, U’ Puppu, A Vucciria,

Gattuso, Bufalino, Livatino, Borsellino, Guccione,

A’ Lumea, I Limiuni, Trecastagni, Lo Zen, Librino,

San Cristoforo, U’ Chianti, Corruzione, Pizzo,

Lotta, Mafia, Politica, Morte,

Vittime,

Vittime Innocenti, 

Innocenti,

Giovanni, Voglia di Vivere,

L’Albero di Falcone. A’ Spiranza.

 A’ Vita.

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Chi è Leo Gullotta, Salvatore Leopoldo Gullotta, detto Leo (Catania9 gennaio 1946), è un attoredoppiatorecomico e imitatore italiano. Ultimo di sei figli, fin da piccolo si è avvicinato al mondo dello spettacolo, facendo la comparsa al Teatro Massimo Bellini di Catania. Nella sua pluridecennale carriera di attore, Leo Gullotta ha recitato al cinema e in teatro in commedie e lavori drammatici e ha partecipato a numerosi sceneggiati e varietà per la televisione. Ha svolto inoltre l'attività di doppiatore.

venerdì 27 dicembre 2024

Giornalista italiana prigioniera nel paese degli ayatolla’ (1)

 

Cecilia Sala
trentenne, prigioniera
in Iran

Da nove giorni la giornalista trentenne italiana Cecilia Sala, redattrice del quotidiano Il Foglio e autrice di podcast per la testata Chora news, è rinchiusa nel carcere di Evin a Teheran, in una cella di isolamento, la stessa prigione dove il regime iraniano tiene i dissidenti detenuti arrestati, e dove nell’autunno 2022 ha trascorso 45 giorni la “travel blogger” romana Alessia Piperno, prima di essere liberata e poter rientrare in Italia dopo una lunga trattativa che ha impegnato la diplomazia e i servizi segreti.

I motivi del fermo di Sala non sono ufficialmente noti, contro di lei non è stata formalizzata alcuna accusa specifica, tranne generici riferimenti a «comportamenti illegali».
Lo stesso ministro degli Esteri Tajani ha confermato che Sala «è in buone condizioni di salute» spiegando che il ministero ha «agito con discrezione» d'accordo con la famiglia che «ha chiesto di mantenere il riserbo sulla situazione»: «Ora l'importante è che stia bene, è detenuta in una situazione tranquilla, da sola in una cella».

La Sicilia: incantevole, profondo e coinvolgente luogo dell’anima

 Claudio Abbado:  sono estremamente felice di ritornare a Palermo in occasione dell’inaugurazione del Teatro Massimo. I miei legami con la Sicilia sono molto forti. Sono infatti italiano di origini siciliane, con radici profonde nell’isola: mio nonno era di Palermo e insegnava papirologia all’Università di quella città, mia madre, anch’essa palermitana scriveva libri per l’infanzia e traeva ispirazione per i suoi racconti dalla Sicilia. All’università uno dei miei professori era Salvatore Quasimodo. Uno dei miei più cari amici  e’ stato un uomo straordinario come Gesualdo Bufalino, purtroppo scomparso, con il quale avevamo in mente tanti progetti. La Sicilia  è una terra dalle radici culturali antiche, forti e difficili da estirpare ed è proprio la dignità culturale di un paese  che ne rappresenta l’essenza e la vera ricchezza.

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Chi fu Claudio Abbado

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(Milano, 26 giugno 1933 – Bologna, 20 gennaio 2014) è stato un direttore d'orchestra italiano. Considerato uno dei più grandi e celebri direttori d'orchestra contemporanei a livello internazionale, è noto per aver guidato alcune delle più prestigiose orchestre al mondo, tra cui spiccano l'Orchestra del Teatro alla Scala di Milano e i Berliner Philharmoniker, di cui è stato il primo e ad oggi unico italiano a divenire direttore stabile.

giovedì 26 dicembre 2024

La Sicilia: incantevole, profondo e coinvolgente luogo dell’anima

Impressioni, commenti, riflessioni (2)
 
Omero. L’isola poi toccherai Trinacria, dove del Sole

sono allevate le molte giovenche  e le floride greggi:

sette mandrie di vacche, di pecore belle altrettante,

ch’anno cinquanta capi ciascuna; ne’ mai sono nate,

ne’ mai verranno a morte. Due dive ne sono custodi:

Lampetia e Faetusa, due ninfe dai riccioli belli,

cui generava al Sole sublime la diva Neera.

Poi che le diede a luce, che l’inclita madre le crebbe,

ne’ l’isola remota Trinacria fisso’ la lor sede,

che custodissero le greggi del padre e le belle giovenche.

Ora, sé illese tu le lasci, e ti preme il ritorno, 

pero' dopo molte sciagure, farete ritorno alla patria;

ma se tu le molesti, l’estrema rovina predico

alla tua nave, ai compagni. Tu poi, se pur fuggi la morte,

tornerai tardi, a fatica, avrai tutti persi i compagni.

(Tratto da: “Odissea, XII, 127-141”)

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Chi fu Omero: Omero fu un poeta greco la cui figura è avvolta nella leggenda. Probabilmente visse nel IX-VIII secolo a.C.. Forse nacque a Smirne anche se altre cinque città si contendono l'onore della sua nascita: Chio, Colofone, Atene, Rodi e Argo. La tradizione lo rappresenta come un cantore epico cieco.

mercoledì 25 dicembre 2024

Natale: la lettura dell’icona bizantina

  Buon Natale

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Molti anni fa, lavoravo a Palermo e seppi che nel Monastero di San Martino delle Scale si sarebbe svolto un corso di Iconografia a cura di un iconografo-sacerdote autorevole della Chiesa di Cipro. A conclusione del corso avevo già realizzato, sotto la guida del maestro, una icona che conservo ancora oggi con molta cura. L’anno successivo con lo stesso maestro si svolse un ulteriore corso e vi partecipai ancora, scrivendo (così si dice) una ulteriore icona. Avendo ritrovato gli appunti dei vari passaggi scritturistici allora riportati su un quaderno, mi e’ venuta l’idea di pubblicare in occasione delle festività natalizie l’interpretazione dell’icona standard della Natività nelle realtà comunitarie di tradizione bizantina.

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Il Natale è una delle solennità più importanti delle Chiese cristiane. L’Icona della Natività di Cristo, per i credenti, rivela l’essenza stessa della festa, ossia l’incarnazione reale di Dio. Essa offre la testimonianza visibile del “dogma” fondamentale della fede cristiana, sottolineando la divinità e l’umanità del Verbo incarnato. I riferimenti letterari si possono trovare nei testi evangelici ((San Luca) e l’esigua documentazione biblica e’ supportata dai testi apocrifi, dalla poesia liturgica bizantina e dalle omelie dei santi padri.

L’icona della festa mostra al centro la Vergine, inginocchiata (postura che in quest’icona risente dell’influsso occidentale), e il Bambino in fasce, sdraiato nella mangiatoia sul fondo tenebroso della grotta nella quale è nato e che si apre al centro di una montagna a forma piramidale la quale si eleva per tutto lo spazio visivo ( le due sommità del monte indicano la natura umana e quella divina di Cristo). Un’omelia attribuita a San Gregorio di Nissa paragona la Natività nella grotta con la luce spirituale apparsa all’ombra della morte che avvolge l’umanità. Nell’icona l’oscura cavità della grotta rappresenta in modo simbolico il mondo terreno, colpito dal peccato per colpa dell’uomo, nel quale sorge “il Sole di giustizia”.

Il neonato è il centro teologico della scena. Il bendaggio a fasce incrociate e il fatto che Gesù e’ posto più in un sepolcro dalla forma squadrata che in una mangiatoia evocano una raffigurazione mortuaria, richiamando l’immagine di Lazzaro risorto. Il Bambino fasciato è adagiato in una tomba prefigura così la futura Passione del Signore, creando un nesso tra l’Incarnazione e la Croce.

Intorno al gruppo della Madre e del neonato, attorno al quale sono raffigurati un bue e un asino, che scaldano il Bambino con il loro respiro, vi sono altri personaggi, innanzitutto Giuseppe, che si trova in primo piano. Sopra la caverna si vedono gli angeli, che cantano lodi e adorano “Dio fatto uomo”. Uno di essi è rivolto in basso con la mano destra tesa in un gesto allocutorio in direzione di un pastore che guarda su verso di lui, ascoltando l’annuncio della miracolosa nascita del Messia. Un altro pastore suona un flauto e alcune pecore vicine volgono lo sguardo in alto, esprimendo lo stupore del creato, che riconosce la presenza di Dio.

A sinistra della composizione si trovano i tre Magi, Baldassarre, Gaspare e Melchiorre, guidati dalla stella, la cui apparizione è menzionata dai Vangeli, e raffigurati a piedi, mentre portano gli scrigni con i doni al Salvatore. I Magi sono rappresentati di età differenti, in modo da sottolineare che la Rivelazione è offerta agli uomini indipendentemente dall’esperienza di vita. La stella si trova sull’asse di un fascio di luce emanato da una sorta di semisfera posta nella parte superiora dell’icona. Nel percorso dal cielo alla terra la luce si suddivide in tre raggi, segno dell’unità e trinità di Dio, di cui uno illumina il Bambino. Il collegamento luminoso tra la semisfera e la stella indica  che quest’ultima  è non solo un fenomeno cosmico ma anche un messaggio dell’aldilà.

Buon Natale ai lettori del blog

Una  foto, di valenza storica, per i lettori

 Schizzo territoriale di Contessa all’alba della Contemporaneità, ossia al tempo dell’ufficiale abolizione del feudalesimo (1812). Il documento originale è  conservato negli Archivi storici palermitani. Noi lo abbiamo riprodotto da un interessante volume storico dedicato all'archivio cartografico Mortillaro di Villarena.

Buon NATALE 

ai lettori che ci hanno finora accompagnato

nel voler scoprire un sempre qualcosa ...

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Schizzo del territorio comunale di Contessa
Giuseppe Sanfilippo, agrimensore - senza data ...

senza scala - orientata

mm 730 x 524

mappa 320

*Provincia   Palermo

*Comune Contessa Entellina

Caratteristiche tecniche del documento

Foglio cartaceo; bordato con nastro telaio verde

Verso foderato in tela marrone; presenza di etichetta rosa con scritta “Contessa”

Tecniche di rappresentazione

Inchiostri colorati; tecniche a penna e acquerello

Metodi di rappresentazione

Mare  -

Orografia   accenni di curve di livello simboliche

Idrografia   in azzurro

Abitati  rappresentazione di tipo geometrico, simbolica

Beni terr.li  rappresentazione assonometria, simbolica

Sezioni catastali

A, B,C,D,E,

Note

Tra i nomi delle località riportate nel disegno si nota “Antella”, la montagna su cui sorgeva la città Elima di Entella, nel sito di Calatamauro; particolare rilevanza è data al complesso religioso di “Santa Maria del Bosco”, alle Masserie (Vaccarizzo, Casalbianco, ….) e ai mulini (di Bagnitelle, di Sotto …,); tra i confini comunali il tratto attribuito a Monreale è in buona parte da assegnare al comune di Poggioreale e Salaparuta.

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Buon Natale 2024

ai lettori del blog

e all'umanità tutta.



Il contessioto

martedì 24 dicembre 2024

Demografia. Cosa sta capitando sotto i nostri occhi?

 Si fanno sempre meno figli un po’ ovunque nel mondo. I media ci informano che le donne e gli uomini del ventunesimo secolo si stanno comportando in modo diverso; non solo fanno molti meno figli dei loro genitori, ma anche meno di quanto ci si aspettasse qualche anno fa.


Se la popolazione europea cala, quella africana
cresce più di tutte. Già nel 2020, 
il continente
africano ha superato l’Asia come principale
origine della crescita demografica 
globale. Quattro
degli otto Paesi che rappresenteranno più
della metà della crescita demografica fino
al 2050 sono africani. Tra questi vi è la 
Nigeria, che dal 2058 potrebbe contare più
abitanti dell’intera Ue
.






Fra le novità del 2024 c’è che noi italiani non siamo gli unici. Il declino demografico è stato incombente da tempo, ma poco notato. Da qualche tempo in Italia lo stiamo vivendo come un’anomalia nazionale che genera ansia e vergogna. Ma non è assolutamente il caso.

 Il rapidissimo declino delle nascite, il controllo crescente delle scelte riproduttive sono i fenomeni più importanti del secolo e riguardano Paesi di ogni tipo: laici, religiosi e teocratici, moderni, in transizione e tradizionalisti, ricchi e in via di sviluppo, grandi e minuscoli.


 L’aggiornamento dei dati della UN Population Division (ONU) mostra che l’umanità sta smettendo di espandersi. Nell’ultimo secolo e mezzo lo aveva fatto in modo esponenziale. Eravamo un miliardo e mezzo nel 1900, due e mezzo nel 1950, sei miliardi nel duemila e siamo circa otto miliardi oggi. E finalmente la curva sta per flettere: si invertirà, ne sono certi gli studiosi di demografia. Le domande sul consumo eccessivo e la disponibilità scarsa di risorse, che ci inseguono dalla fine del diciannovesimo secolo (dopo i primi studi Malthus nell’Ottocento), lasceranno il posto a domande su chi produrrà risorse per un genere umano che invecchia.

 Nell’arco di un decennio, due terzi della popolazione mondiale vive in Paesi nei quali il numero di nascite per abitante è sotto ai livelli necessari a mantenere la popolazione stabile. Stando agli studi dell’economista e demografo spagnolo Jesús Fernández-­Villaverde, della Penn University, dopo il Covid-19 il genere umano potrebbe già avere una fertilità sotto al “tasso di sostituzione”: quei 2,1 figli per donna che occorrono perché l’età media non aumenti sempre di più e alla lunga la popolazione non cali. 

   Fernández-­Villaverde sostiene che il numero degli abitanti della Terra inizierà a calare fra 29 anni, visto che le nascite stanno declinando regolarmente più in fretta di quanto avessero previsto i demografi dell’Onu (i quali invece fissano il punto di svolta fra un sessantennio). 
Oggi sono scesi o sono sul punto di scendere sotto la soglia di 2,1 figli per donna già’ nei Paesi insospettabili, in quelli molto lontani dal benessere e dagli stili di vita occidentali che credevamo essere il contesto del controllo delle nascite e del rinvio delle scelte di procreazione.

Alcuni esempi:

=== l’Iran. Contava 6,63 figli per donna nel 1980, ai primissimi anni della rivoluzione khomeinista, mentre oggi si è a 1,68 (un quarto sotto ai livelli necessari a stabilizzare la popolazione) e soprattutto è quasi un quarto di secolo che l’Iran viaggia sotto i due figli per donna.

=== Gli Emirati Arabi Uniti contavano 6,5 figli per donna nel 1965, due volte e mezzo le medie europee, ma nel 2022 erano già scesi a 1,15: sotto ai livelli dell’Italia, che pure resta fra i Paesi meno fertili del mondo avanzato. Alla lunga gli Emirati dovrebbero praticamente raddoppiare le nascite per mantenere stabile la popolazione senza dover ricorrere ad immigrati.

=== Quasi tutti i Paesi latino-americani conoscono un declino delle nascite che va oltre qualunque previsione: in Cile meno di un figlio per donna, ma anche Argentina, Uruguay, Perù, Brasile o Colombia registrano rapidissimi cali e sono ben sotto i due figli per donna. 

=== In India, il Paese più vasto al mondo per abitanti, per la prima volta nella storia negli ultimi tre anni le nascite sono scese sotto il tasso di sostituzione. 

=== La Russia di Putin ha perso cinque milioni di abitanti da quando si è formato dalle ceneri dell’Unione Sovietica. Praticamente da mezzo secolo non fa abbastanza figli per riuscire a stabilizzare la popolazione, senza neanche parlare del milione circa fra esuli e morti in guerra dal 2022.

 Cosa ci può essere da temere?

Lo stato di dipendenza di troppi anziani da troppo poche persone in età di lavoro può generare conflitti sociali sulla distribuzione della ricchezza; i Paesi in futuro possono entrare in conflitto fra loro non per respingere, come oggi, ma per attrarre l’immigrazione più qualificata.

La Sicilia: incantevole, profondo e coinvolgente luogo dell’anima

 Impressioni, commenti, riflessioni (1)


Gianni Agnelli: Della Sicilia ho ricordi molto belli, lontani e recenti. Ricordi di luoghi pieni di luce, di colori e di profumi, e di persone squisite: credo che nessuno al mondiale sia gentiluomo come sa esserlo il gentiluomo siciliano; sono persone speciali. E allora penso immediatamente a Raimondo e Galvano Lanza di Trabia, miei meravigliosi amici, e a quelle giornate deliziose di anni lontani trascorse in loro compagnia alle Terre Rosse  a Palermo, o al Castello di Trabia, sul mare verso Bagheria. Così come mi tornano alla mente Gaetano Harddouin di Belmonte o, i Moncada di Paternò. Tutti siciliani e tutte persone di grandi qualità. Alle terre Rosse di Palermo ricordo anche, negli Anni Quaranta, un incontro con Vittorio Emanuele Orlando, giurista e ministro dei Governi Giolitti di inizio secolo e poi deputato alla Costituente  e senatore a vita: un’altra nobile e bella figura di galantuomo siciliano, che ispirò tutta la sua azione politica al rispetto delle libertà costituzionali. Altri grandi siciliani che ho conosciuto e apprezzato sono stati Ugo La Malfa e Leonardo Sciascia, ai tempi in cui collaborava con La Stampa. Poi la Sicilia significa la Targa Florio, corsa leggendaria che ha fatto la storia dell’automobilismo italiano. Una gara affascinante attraverso le Madonie, tra montagne e paesi, cui partecipavano grandi piloti e grandi macchine del tempo: Taruffi vinse nel 1954, l’anno dopo Stirling Moss, nel ‘60 mi pare Graham Hill. Correvano la Lancia, Alfa Romeo, Bugatti, Mercedes. Fin qui sono tutti ricordi di terra, ma anche del mare di Sicilia conservo belle immagini, una molto recente. E’ di poco tempo fa, quando ero in barca su quelle acque e ho assistito, davanti a Messina alla pesca del pesce spada: uno spettacolo di grande effetto. La Sicilia è uno di quei luoghi in cui torno sempre con molto piacere, per la squisitezza  delle persone e la bellezza dei posti.

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Chi fu Gianni Agnelli: 

(Torino, 12 marzo 1921 – Torino24 gennaio 2003), è stato imprenditoredirigente sportivo e politico, principale azionista e amministratore al vertice della FIAT, nonché senatore a vita ed ufficiale del Regio Esercito.

Era noto come "l'Avvocato"; in realtà tale titolo non gli competeva, in quanto era laureato in giurisprudenza ma non aveva mai svolto il praticantato triennale per l'accesso alla professione di procuratore legale, che secondo la legge del genere era il primo passaggio necessario per la successiva abilitazione alla professione di avvocato.