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sabato 11 maggio 2024

Dal vivere individuale a quello comunitario

 Fra sociologia, economia e diritto ( 5)

  L’anno 1975, in Italia, evoca quella che più sociologi definiscono come la nascita della famiglia moderna. In quell’anno fu riformato il diritto di famiglia, salutato come il completamento, in senso moderno, del processo storico volto ad affermare i valori distintivi della società civile, sostanziale nel riconoscimento della parità dei coniugi e nell’abolizione della discriminazione tra figli legittimi  e figli naturali.
 
 Quell’anno un libro che avrà vasta influenza dell’americano Edward Shorter alimenta l’ascesa di un modo nuovo di formare e vivere la famiglia.  Dalla famiglia patriarcale in direzione della “rescissione da parte della coppia dei legami con i genitori, con i parenti e con la comunità “. Per quello studioso bisognava abbandonare l’uso strumentale che frequentemente si era fatto dei figli per considerare gli aspetti essenziali della vita familiare: l’affetto, la simpatia, l’amore romantico.
Shorter sottolineava la visione evoluzionistica degli studi sulla famiglia alimentati nella vita urbanistica e nella distruzione  dei vecchi legami di parentela e nel passaggio dalla famiglia estesa  e multi generazionale  a quella “nucleare”, indipendente e isolata all’interno della società moderna.

  Il silenzioso allentamento dei legami con genitori ed i parenti nella coppia moderna produce conseguentemente, la rinuncia, in tutto o in parte, al loro sostegno. Questa nuova situazione  apre inevitabilmente  alla prospettiva di lavoro  che i sistemi economici moderni  offrono agli uomini e alle donne e alle provvidenze  che lo Stato sociale mette in campo. Non è un caso che il modello di famiglia moderno si è affermato per prima in Gran Bretagna, Olanda etc. all’interno degli schemi sociologici proposti inizialmente dalla socialdemocrazia europea al resto dei paesi del vecchio continente.

  La riforma del diritto di famiglia in Italia nel 1975 affonda le sue radici sociologiche, politiche e sociali proprio nella visione e nella direzione culturale sviluppatesi nel Nord Europa. A confermare la volontà del nostro Paese di allontanarsi dai vecchi parametri di vita mediterranea, nel 1981 il Parlamento procedette ancora all’abrogazione  delle norme che incarnavano il ritardo dei paesi mediterranei rispetto ai nordici: gli articoli 578 e 587 del Codice Penale, che concedevano attenuanti a chi, intendendo salvaguardare l’onore proprio o di un congiunto, cagionava la morte di un neonato, e consentiva di ridurre la pena all’uomo che uccideva la moglie, la figlia o la sorella al fine di difendere “l’onore suo o della sua famiglia”.

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