Mercato del Lavoro ed aree depresse
Molte sono le situazioni largamente sottratte ai controlli pubblici e istituzionali, alle garanzie di legge e alle tutele sindacali, le quali emergono, quando emergono, soltanto in occasione di eventi patologici: incidenti o infortuni, malattie professionali, danni ecologici e ambientali.
Taluni testi lavoristici spiegano molte delle patologie esistenti sul “mercato del lavoro” nella circostanza di avvenuta “mercificazione” del lavoro che -ancora oggi- è la triste condizione che coinvolge tanti strati di popolazione delle aree interne dell’Isola.
E’ trascorso oltre mezzo secolo dal varo dello Statuto dei Lavoratori che ha riportato a caratteri chiari i diritti dei lavoratori e dei sindacati, già enunciati dalla Costituzione Repubblicana del 1948.
Sulla scia di questi spunti costituzionali e legislativi proveremo a fotografare l’assetto previdenziale e contrattuale vigente nel mondo del lavoro, che localmente -nella Valle del Belice- ebbe applicazione nella immediata fase della post-ricostruzione e che di contro in decenni recenti si è piuttosto sbiadito.
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E’ dell’inizio degli anni Settanta del secolo scorso la famosa legge 300, meglio nota come lo “Statuto dei Lavoratori” . Con questa legge -nelle intenzioni di Gino Giugni, maestro del diritto del lavoro che ha contribuito alla sua progettazione e stesura materiale- i diritti dei lavoratori e del sindacato, solennemente enunciati nella Costituzione Repubblicana, fanno per la prima volta ingresso nel mondo del lavoro. E’ da qui che cominciano le lotte e le conquiste, legali e contrattuali, che vietano le condotte antisindacali e rendono equi i rapporti di produzione e i modelli di organizzazione del lavoro nelle aziende.
Per quanto precarie ed instabili siano ancora oggi, nel Meridione, le condizioni di lavoro prevale almeno la fiducia in un futuro migliore. E’ nel lavoro che centinaia e centinaia di italiani trovano orgoglio e determinazione assieme all’occasione del riscatto sociale e della strada maestra per il progetto di vita che vede prima il lavoro, poi il matrimonio e i figli, e infine la più che meritata pensione.
(Segue)
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