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domenica 5 maggio 2024

1950: Rivolte contadine e ritorno del fenomeno del brigantaggio

 Salvatore Giuliano (4) 

Giuliano, il bandito di Montelepre, col passare del tempo con le sue imprese da brigante diventò un "problema" per i suoi stessi protettori politici che in più modi qualche beneficio lo avevano ottenuto. Alcuni storici più che di protettori politici preferiscono parlare di misteriosa macchinazione alla quale non furono estranei (probabilmente) esponenti politici del primo dopo-guerra.

Giuliano, col sequestro di persone ai danni di ricchi benestanti cominciò per qualche tempo ad essere ritenuto una sorta di Robin Hood a beneficio dei diseredati, e questo risvolto interpretativo cominciò ad essere colto più dalla stampa estera che da quella nazionale.

E' assodato, comunque, che il destino del bandito venne deciso, con grande probabilità assecondata da storici e dalla stampa nazionale ed internazionale,  dalla macchinazione, a cui non furono estranei politici di quell'epoca post-guerra, che lo videro protagonista della strage di Portella della Ginestra. Il Primo Maggio 1947 un gruppo di lavoratori come da antica tradizione risalente all'epoca del socialista Nicolò Barbato, stava festeggiando la ricorrenza e Giuliano ordinò alla sua "banda" di sparare indiscriminatamente sulla folla, donne e bambini compresi.

Lo sdegno dell'opinione piubblica, non solo nazionale,  determinò i padrini politici ad abbandonare quello che era stato -fino ad allora- un loro strumento. L'opinione pubblica,  e la forte protesta sociale mobilitata su scala nazionale dai partiti dell'opposizione, socialisti e comunisti, segnò la fine del bandito: venne ucciso nella notte tra il 4 ed il 5 luglio 1950 a Castelvetrano, da un componente della sua stessa banda.

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