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mercoledì 2 agosto 2023

Agricoltura siciliana: nel corso di seicento anni molto e' cambiato

Dalla canna da zucchero al vigneto e all'uliveto 

 E' di pochi giorni fa l'iniziativa che da qualche anno in qua la locale Amministrazione Comunale, di Contessa E., dedica alla promozione della viticoltura.


La canna da zucchero fu
 introdotta in Sicilia nel VII
secolo d.C. dagli Arabi durante
la dominazione dell'isola.
Pochi secoli dopo, la produzione
dello zucchero divenne la prima
operazione industriale della
Sicilia con diversi mulini
(Trappeti) diffusi nella maggior
parte delle zone costiere.



L'evento ci ha fatto ricordare l'esito di uno studio, a sfondo storico, condotto dall'Università di Palermo, a cura del prof. Orazio Cancila, che ci fa sapere come nel XV secolo la Sicilia, e soprattutto le aree interne, non erano quasi per nulla interessate alla viticoltura.

 "L'esportazione di vino dalla Sicilia era modestissima ed interessava quasi interamente Agrigento e Licata, da dove finiva a Genova. Ne' la Sicilia Occidentale ne' sembrano in condizione di produrre vino per il mercato estero, anzi - lo apprendiamo da altre fonti- Palermo, Messina e Termini ne importava dall'Italia meridionale, assieme alla frutta dalla Campania e all'olio della penisola e della Catalogna. Insomma, di fronte all'avanzata della natura selvaggia, le piantagioni appaiono in netto declino. L'unica coltura in espansione era la canna da 

zucchero, che si diffondeva lungo la costa tirrenica da Trapani a Patti e a Naso, sulla costa orientale sino ad Avola, e ancora a Marsala e Agrigento".

  Tutte le aree ricordate nel brano del prof. Cancila sono oggi molto prevalentemente destinate alla viticoltura e pure all’ulivocoltura. Di contro è completamente scomparsa la coltura della canna da zucchero.

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