Stralcio di una intervista a Landini
«I diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione sono oggi tutti messi in discussione: il lavoro è precario e sotto pagato; il diritto alla salute e alla cura e allo studio non sono più garantiti; la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro peggiora; si nega la crisi climatica e si aumentano le spese per armi anziché essere costruttori di pace e si vuole stravolgere la Carta con l’autonomia differenziata e il presidenzialismo. È il momento di dire basta e indicare una via maestra fondata sulla giustizia sociale e la partecipazione democratica. Qui non si delinea solo una crisi economica ma anche democratica e di credibilità».
Dove sta sbagliando il governo?
«Il governo ha fatto due cose che danno il senso di dove sta portando il Paese. Da un lato, taglia il reddito di cittadinanza a famiglie povere e non offre un percorso di occupazione e scarica sui Comuni. Dall’altra parte, fa votare in Parlamento una legge delega fiscale che va nella direzione opposta di quello di cui questo Paese ha bisogno: con un’evasione fiscale tra i 90 e i 100 miliardi, si continuano a fare condoni, addirittura senza più sanzioni amministrative né penali per chi evade. E da ultimo il ministro Salvini, in un Paese in cui il 50% degli italiani non arriva a fine mese, non trova di meglio che togliere il tetto dei 240 mila euro allo stipendio dei manager. Un’idea di Paese così non è accettabile, bisogna ribellarsi. Inoltre il governo ha tagliato la possibilità di investimenti, senza discuterne con nessuno: dall’Europa avevamo un’opportunità, ma sono stati cancellati quasi 16 miliardi di investimenti e non si capisce come possano essere recuperati. L’Italia ha bisogno più di altri di investimenti e nuove politiche industriali per una vera transizione ambientale ed energetica».
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