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martedì 22 agosto 2023

Sicilia e lavoro che manca. Si parlerà a Campobello di Licata

In Sicilia non manca il da fare

però manca il LAVORO

 Voler restare nella terra in cui si nasce dovrebbe essere un diritto. A Campobello di Licata è stato steso un “manifesto” Questa è la mia terra e io la difendo che verrà’ illustrato il 23 e 24 agosto nel corso del festival che porta il titolo La mia terra la difendo. Gli animatori dell’iniziativa hanno fatto proprio il pensiero di un loro concittadino, Giuseppe Gatti’, morto sul posto di lavoro, che recita “Perché’ devo andare via dal Sud, quando la povertà l’hanno portata altri, la mafia è il malaffare?  Nei due giorni di incontri e dibattiti, la  rassegna dedicherà il mercoledì 23 ai tavoli di discussione tra giovani, istituzioni, associazioni e aziende che operano al Sud, con circa 250 persone, sui temi del festival, cioè i diritti, l’istruzione e il lavoro. Da lì nasceranno le proposte. 

Verrà’ allestito  un manifesto e nascerà un centro studi, mirati al diritto al lavoro e allo studio al Sud. 

«Il manifesto per il diritto a restare — dice Gaetano Gatì, cugino di Giuseppe e animatore della discussione — sarà il risultato dei tavoli tematici: una sintesi finale in cui inserire una sorta di decalogo creato dal basso, con gli elementi indicati dai partecipanti come essenziali per definire il diritto a restare. Sarà una discussione libera, ma rivolto a elementi come il diritto a un lavoro dignitoso, o a un’istruzione d’eccellenza sul territorio o alla possibilità di creare poli tecnologici». La giornata, dalle ore 18 alle 23, si articolerà nella presentazione di casi ed esempi concreti per terminare con la discussione. 

Il manifesto per il diritto a restare sarà inviato a tutti i sindaci della Sicilia: «Il problema è poter realizzare le “condizioni per”. Per restare, per potersi realizzare. Ora i giovani sono costretti ad andarsene, non hanno scelta». 

Dopo la prima giornata dedicata al «costruire»,  giovedì 24, dalle ore 19, il festival continuerà con la giornata del «celebrare», una festa di piazza con testimonianze alternate a esibizioni musicali. Apriranno gli interventi Ismaele La Vardera, vicepresidente della commissione antimafia, Antonio Pitruzzella, sindaco di Campobello di Licata e Giacomo Gatì, padre di Giuseppe; a seguire l’incontro Malafimmina è chidda ca parra, con l’associazione Mala Fimmina, l’intervento della cantante catanese (trasferita a Torino) Anna Castiglia, i racconti del giornalista Gaetano Savatteri e dell’imprenditore culturale Tiziano Di Cara, e la musica di Tony Canto, Eugenio Cesaro e Lello Analfino.

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