Regioni a statuto speciale
Autonomia differenziata: Tendenzialmente si vorrebbero incassare le tasse che rimarrebbero nella stessa regione in cui sono versate. |
In attesa di capire come finirà’ questa spinta alla differenziazione, dopo che, oltre un secolo e mezzo fa, Garibaldi aveva unificato il Paese, proponiamo -per intanto- di capire quale è l’assetto attuale della Repubblica.
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Trattengono per sé la gran parte delle imposte che vengono pagate dai residenti sui loro territori le cinque regioni a statuto speciale:
==la Valle d’Aosta si tiene il 100% di Irpef, Ires (imposta per le società), Iva e accise sui carburanti;
== le Province autonome di Trento e Bolzano il 90% e l’80% di Iva;
==il Friuli-Venezia Giulia il 59% e il 30% delle accise;
==la Sicilia il 71% dell’Irpef, il 100% dell’Ires e il 36% di Iva;
== la Sardegna il 70% su tutto e il 90% di Iva.
Con le superiori voci di entrate le ricordate Regioni provvedono alle spese per:
==Sanità, assistenza sociale, trasporti e viabilità locali (che però pagano in proprio anche le Regioni: Lombardia, Toscana e Lazio), manutenzione del territorio, infrastrutture per l’attrazione turistica.
==La Valle d’Aosta e le due province del Trentino finanziano anche l’istruzione, comprensiva degli stipendi degli insegnanti.
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