Vivere o esistere?.
Il verbo esistere esprime quello che indica la sua etimologia. Il verbo latino originario è formato dalla preposizione ex , che in questo caso significa “fuori”, e dal verbo sistere che significa “porre, collocare, collocarsi”, per cui ex-sister propriamente significa “venir fuori”. Esiste chi viene fuori. Da cosa. Dal vivere ordinario, dalla vita come catena, alimentare e di altro tipo, che ci tiene in vita tenendoci prigionieri. Oppure, per riprendere l’immagine antica di secoli, dalla vita come caverna, dove pure si è’ tenuti prigionieri, incatenati e con la faccia al muro, e stranamente felice di esserlo.
Pensare significa elaborare informazionì e tutti i viventi, per il fatto stesso di vivere, elaborano informazioni. L’elaborazione di informazioni in funzione della vita è prevedibile, circolare, ripetitiva; non è azione, è solo reazione, produce un pensare sostanzialmente prigioniero, termine che in latino si dice captivus perché la prigionia, oltre ad essere cattività a volte genera cattiveria. Il pensiero generato dalla e-sistenza costituisce invece un salto perché nasce dal collocarsi fuori, è il primo atto di libertà intesa come liberazione, è visione dall’alto, immaginazione creativa, sogno, ideale, utopia.
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