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lunedì 14 agosto 2023

Arte sacra. Una carrellata (1)

 Il mondo antico, a cominciare dai Greci, e non solo loro, raffigurava gli dei in dipinti o in statue. Cominciarono, già in quei lontani millenni, a sollevare questione gli ebrei, col primo dei comandamenti «Non avrai altro Dio all’infuori di me» a vietare ogni forma di rappresentazione, specie se antropomorfa. 

I cristiani dapprima si limitarono all’uso di simboli (il pesce, l’ancora), poi, dopo l’editto di Costantino, le immagini cominciarono abbondantemente a caratterizzare la pratica religiosa, con riflessi addirittura di ordine sociale ed economico. 

 Politica e teologia cominciarono ad  intrecciarsi nella decisione dell’imperatore bizantino Leone III Isaurico, nel 730, intesa a rimuovere e distruggere le immagini sacre sulla base del comandamento biblico; unica immagine ammessa fu la Croce. 

Spuntarono subito i critici secondo cui  l’incarnazione di Cristo autorizza l’uso delle immagini, dal momento che il Figlio di Dio ha assunto forma umana.

Seguirono aspri conflitti e quando arriva il tempo del  Concilio di Nicea (787), voluto da Irene, madre e tutrice dell’imperatore, ancora bambino Costantino VI, viene disposta la condanna dell’iconoclastia. Si fa in quella sede la distinzione fra la legittima venerazione delle immagini (iconodulia) dalla loro adorazione (iconolatria), proibita in quanto riservata solamente a Dio solo.

L’iconoclastia viene riabilitata  tra l’815 e l’843, sotto gli imperatori Leone V l’Armeno e Teofilo; da allora, l’immagine sacra diviene espressione  definitiva del cristianesimo orientale. 

 In Occidente, Papa Gregorio Magno (540-604) puntò su una nuova e diversa prospettiva: le immagini sono la Biblia pauperum (la Bibbia dei poveri) che rende accessibili i racconti sacri agli analfabeti.  Ma questa impostazione, quasi un millennio dopo, con la  dura critica protestante riguardo al culto dei santi e della Vergine, tra i soggetti più rappresentati, trascinò con sé le immagini di ogni tipo e di ogni soggetto, sino alla drastica iconoclastia promossa dalle chiese calviniste nel XVI secolo.

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In un prossimo testo vedremo come è perché ai nostri giorni si arriva ad imbrattare le opere d'arte.

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