I piccoli paesi di SICILIA sono schiacciati tra marginalità, intesa non solo come lontananza da servizi e funzioni vitali ma anche come carenza di opportunità di lavoro e di vita, e nuovi fenomeni migratori che interessano soprattutto giovani con buona formazione scolastica, di cui quasi la metà è donna. Il fenomeno riguarda soprattutto i comuni sotto i 5.000 abitanti |
Lo scorrere della vita
in un paesino dell’entroterra.
La marginalità
Vorremmo provare a fotografare sul blog la realtà di un piccolo centro della periferia siciliana, di quella periferia dove per arrivarci si rischia di rovinare l’automobile nuova che in tanti comprano a rate e quindi con sacrificio. Da ovunque si voglia arrivare, dal palermitano o dall’agrigentino, le strade provinciali sono un disastro e -proprio in quanto “disastro”- costituiscono uno dei ricordi indelebili di chi, per avventura, decide di fare “un salto” a Contessa Entellina.
A prescindere dalle strade provinciali, altri disastri -molto più gravi e quindi rischiosi li evidenziano le strade che nel tempo andato venivano definite “consortili”. In queste ultime mancano persino i cartelli a preannunciare l’intransitabilità totale, assoluta.
Fatalismo? Non sappiamo.
La politica? Qui si sono svolte le elezioni amministrative, pochi mesi fa, con la presenza sulla scheda di votazione di un solo simbolo di lista. Non sapremmo dire se la lista fosse di destra, sinistra o qualunquista. Nessuno dei candidati ha manifestato pubblicamente fede per una o l’altra filosofia di prospettiva politica e di vita. Sono lontanissimi -d’altronde- i tempi in cui il termine “partito politico” significava visione e percorso politico-amministrativo differente e pieno di motivazioni rispetto ad altre formazioni avverse. La competizione fra gruppi ideali inevitabilmente, produceva partecipazione di massa, spesso passione e persino “mobilitazione” per denunciare le sempre esistenti situazioni anomale ed ingiuste, e ovviamente alimentavano pure confronto franco fra i valori e le tendenze ideali di “destra”, “centro”, “sinistra”.
Certo, alcuni amici evidenziano il lato positivo del vivere isolati, lontani dai rumori ed i frastuoni della città, ossia vivere il rapporto ravvicinato dei paesini, entro cui tutti conoscono tutti e dove tutti comunicano (in linea generale) fra loro amichevolmente e con l’uso del pronome “tu”.
* * *
Avremo tempo di ulteriormente fotografare e registrare la vita di una piccola, e purtroppo in prospettiva minuscola, comunità’ che mostra di non accorgersi, o comunque di essere disinteressata rispetto al navigare in direzione del porto dell’inconsistenza politico-sociale rispetto al Paese, quello con la P maiuscola.
(Segue)
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