GAZZETTA DEL SUD
Enti locali sull'orlo del dissesto finanziario
per il ritardo dell'Ars nell'approvazione della manovra economica d'autunno,
determinato, in quest'ultimo periodo dalle assenze della quasi totalità dei
deputati della maggioranza, impegnati nella campagna in atto per sostenere al
referendum la riforma della Carta costituzionale ad opera del governo Renzi.
A
complicare la situazione, secondo i vertici di Anci-Sicilia, contribuirebbero i
pesanti tagli predisposti dal governo regionale. «Se sul fronte dei trasferimenti
regionali ai comuni per spese di investimento la situazione dovesse rimanere
ferma a quanto previsto dal decreto dell'assessorato regionale alle Autonomie
locali del 14 novembre 2016- hanno avvertito il presidente di Anci-Sicilia
Leolu- ca Orlando e il segretario generale Mario Emanuele Alvano - si rischia
di aggravare una situazione che sta portando, settimana dopo settimana, con una
progressione che non ha precedenti nel passato, nuovi comuni a dichiarare il
dissesto».
«Quel decreto, infatti - hanno spiegato i due maggiori
rappresentanti dell'Associazione dei comuni - prevede il riparto di 50 milioni,
a fronte dei complessivi 165 (di cui 115 fondi Pac) previsti dalla legge di
Stabilità regionale e, in base ad essa, utilizzabili anche per il pagamento
delle rate dei mutui contratti per le medesime finalità. Se confrontiamo la
situazione del 2016 con quella dell'anno precedente, in cui furono stanziati
per la medesima finalità 115 milioni, siamo di fronte ad un taglio che sfiora
il 60% e che, ufficializzato solamente a fine anno, rischia di determinare un
danno irreparabile».
Ecco perché, hanno sottolineato Orlando e Alvano, «la
situazione degli enti locali siciliani (comuni, unioni di comuni, liberi
consorzi e città metropolitane), deve essere al centro delle priorità di
governo e Parlamento regionale». I vertici dell'Anci hanno proposto che nella
manovra di assestamento, comprendente stanziamenti per 220 milioni di euro,
parte dei quali destinati alle disciolte province regionali ed ai comuni in
dissesto per il pagamento degli stipendi ai dipendenti, sia quelli a tempo
pieno che quelli a tempo determinato, venga inserita «una norma che ponga
rimedio alla disastrosa riduzione delle risorse destinate a spese di
investimento».
«Abbiamo già posto il problema con estrema chiarezza - hanno
ricordato il presidente e il segretario generale dell'Associazione dei comuni
siciliani - in commissione Finanze e confidiamo nell'incontro in programma per
il 23 novembre con il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, affinchè si
possa trovare una soluzione efficace nei ristretti tempi (30 novembre) per
apportare variazioni ai bilanci comunali». Oltre quella data la gran parte dei
comuni rischia il default. I sindaci stanno seguendo con apprensione gli
sviluppi della vicenda e sperano che l'Ars sblocchi i fondi necessari.
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