Latinizzazione delle comunità arbëreshë:
una mostra per far riflettere
Il primo testo dedicato alla latinizzazione (blog del 24 ottobre), in sintesi riporta le motivazioni sulla scelta del tema della “Giornata della Cultura 2016” con particolare riferimento al titolo della mostra, allestita al Centro Culturale Parrocchiale (“Greci e Latini a Contessa: Cronistoria dal medioevo ad oggi”), finalizzata a far riflettere sulla storia di Contessa, caratterizzata per molti aspetti dalla presenza di due plurisecolari tradizioni religiose cristiane: quella occidentale (rito latino) e quella orientale (rito bizantino-greco).
Il fallito tentativo del 1616 di latinizzare Contessa ha pertanto positivamente influito sulla permanenza della diversità etnica, linguistica e religiosa delle due componenti della comunità locale, diversità che ha certamente reso più vivaci i rapporti di convivenza ma ha anche stimolato le due istituzioni parrocchiali ad operare per conservare ciascuna le proprie tradizioni e per ampliare e ornare con opere d’arte i luoghi di culto.
Testi, fotografie e documenti esposti nella citata mostra possono confermare questa riflessione e costituire una utile occasione per scoprire espressioni peculiari e preziose del patrimonio culturale locale, forse sconosciute o ignorate dalla maggior parte dei contessioti. Di seguito pertanto vengono riportati fotografie e testi esposti nella mostra, che merita di essere visitata.
Chiese rurali e urbane nel territorio di Contessa
Molte sono le chiese, aperte al culto a Contessa Entellina e si trovano, nel capoluogo, nei borghi e nelle contrade rurali.
Oltre che edifici di culto, dove si celebra secondo la tradizione bizantina (rito greco) o secondo la tradizione latina (rito romano), le chiese di Contessa costituiscono un prezioso e originale patrimonio culturale, sia sotto l’aspetto architettonico sia per le numerose opere d’interesse artistico custodite (mosaici, affreschi, icone, statue, paramenti, suppellettili sacre varie). Sono di seguito riportate brevi notizie delle chiese e delle edicole votive di Contessa.
La Chiesa SS. Annunziata (KLISHA), dedicata anche a S. Nicola, patrono di Contessa Entellina, è sede della parrocchia di rito greco ed é dotata di iconostasi dal 1937.
L’antica cappella diroccata, esistente quando arrivarono gli Albanesi nel casale di Contessa (XV secolo), fu ricostruita, ampliata e venne adattata alle esigenze del rito greco. L’antica cappella è stata ulteriormente ampliata ed abbellita nei secoli scorsi con interventi sia all’interno che nelle strutture esterne.
Chiusa al pubblico dopo il terremoto del 1968 è stata restaurata e riaperta al culto. E' costituita da tre navate con cappelle laterali. Dalla navata laterale destra si accede alla sottostante antica cappella. Recentemente è stata dotata di nuove icone ed all’esterno di due mosaici (Annunciazione sulla porta centrale e S. Nicola nella nicchia a metà struttura del campanile).
La Chiesa S. Maria della Favara (Shën Mëria) fu costruita (secolo XVI) nelle vicinanze del luogo dove, secondo la tradizione, fu trovata una immagine della Madonna, dipinta su una lastra di pietra o più recisamente un mosaico portatile della Madonna Odigitria del secolo XIII, nota anche come Madonna del Muro, custodita fino all’inizio del 1880 nella cappella attigua alla sacrestia. L’antica cappella, inizialmente di rito greco, fu ceduta ai fedeli di rito latino nel 1698 come sede provvisoria della parrocchia di rito romano e con la riserva a favore del clero greco di celebrarvi alcune festività secondo la tradizione bizantina e locale.
L’antica cappella è stata ampliata e abbellita nei secoli XVIII e XIX. Dopo il terremoto del 1968 la chiesa é rimasta per alcuni anni chiusa al culto. Nel 1995 furono avviati i lavori di manutenzione generale. Riaperta al culto nel 1997 la facciata é stata abbellita con una immagine della Madonna della Favara dipinta su maiolica.
Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio
Di rito greco, edificata verso il 1700, é costituita da una sola navata con iconostasi. Si trova al centro del paese (piazza Umberto I). E' stata restaurata dopo il terremoto del 1968. Durante il terremoto è stata sede provvisoria delle due parrocchie. E’ dotata di iconostasi.
La Chiesa di S. Rocco è costituita da una sola navata di piccole dimensioni. Costruita alla fine del secolo XVII, verso il 1744 fu restaurata. Inagibile dopo il terremoto del 1968, é stata restaurata e attualmente riaperta al culto. E' dotata di iconostasi. Custodisce un prezioso e antico organo a canne del secolo XVIII, la prima iconostasi (1938) della chiesa parrocchiale greca ed altre opere d’arte.
Progetto della nuova chiesa, finanziata e non realizzata nella "Zona di Trasferimento" di Contessa Entellina. I fondi sono stati destinati ad altri interventi. Sono state così vanificate le esigenze religiose dei contessioti (oltre il 50%) residenti nel nuovo quartiere ed in particolare degli anziani, dei bambini, degli invalidi e di quanti hanno difficoltà a raggiungere le chiese di Contessa, tutte ubicate nel vecchio centro urbano.
La Chiesa "Regina del Mondo", sede della parrocchia, costituita nel 1958 nel borgo rurale Piano Cavaliere, é stata costruita dopo il 1950: una sola navata con annessa la casa parrocchiale. Il primo parroco è stato P. Giuseppe Clesi, quindi papas Gaspare Schirò, papas Giovanni Borzì, papas Nicola Cuccia, papas Giovanni Stassi, papas Sepa Borzì (dal mese di ottobre 2016).
La Chiesa Odigitria (=Guida), nella contrada rurale omonima, costruita dai profughi albanesi, è rimasta incompleta. E' stata in parte restaurata nel 1958. Afferisce alla parrocchia greca. E’ il monumento storico della memoria, dove ogni anno a Pentecoste si va in pellegrinaggio per ringraziare la Madonna Odigitria, che guidò i profughi albanesi in Italia, e per ricordare col canto popolare “E bukura Moré” (o mia bella Morea) la patria lontana lasciata per sempre dagli antenati albanesi.
Nel borgo rurale Pizzillo si trova la chiesa rurale affidata alla Comunità Trinità della Pace.
La chiesa di S. Antonio Abate, nel borgo rurale Castagnola, costruita dopo il 1950 e
aperta al culto nel 1990, è costituita da una sola navata, é dotata di iconostasi e icone di papas Nino Cuccia.
La cappella di S. Calogero si trova nella contrada omonima, sulla strada provinciale, che porta verso Sciacca. Il parroco greco vi celebrava la Divina Liturgia il 2 luglio. Questa tradizione religiosa non si rinnova dal 2009.
La cappella rurale di S. Antonio di Padova, costruita nei primi decenni del secolo XX, si trova nel feudo Bagnatelle ed è stata aperta al culto nel 1933. Danneggiata e inagibile dopo il terremoto del 1968, è stata recentemente ricostruita con le caratteristiche originarie e riaperta al culto in occasione della festa della “Valle dei Mulini”, organizzata dall’Associazione Culturale “Nicolò Chetta” il 5 agosto 2007.
La chiesa di S. Maria del Bosco, a seguito dei crolli avvenuti dopo il terremoto, è completamente inagibile. Alcuni interventi di recupero hanno almeno evitato che andasse in rovina anche quanto rimasto (campanile, facciata, mura e cappelle del lato Nord). Dal 1985, in occasione del noto convegno sul recupero, l’annuale pellegrinaggio del 28 agosto, sospeso dal 1962, è stato ripristinato con la partecipazione di fedeli dei paesi limitrofi e con celebrazioni religiose nel primo chiostro, nel vecchio refettorio e nella sacrestia, recentemente adattata a cappella.
Nel cimitero di Contessa si trovano oltre alla cappella comunale anche le cappelle delle Confraternite: Congregazione Madonna della Favara; Congregazione S. Giuseppe; Congregazione Immacolata.
La cappella Madonna del Balzo si trova in via S. Nicolò, contrada Cabina. Vi si recita il rosario in dialetto siciliano nella prima quindicina di agosto e la Divina Liturgia il 16 agosto. Il 14 agosto il clero ed i fedeli di rito greco, terminata l’Ufficiatura del Vespero nella chiesa della Madonna della Favara, vanno a cantare una parte della “Paraclisis” in questa cappella.
La piccola cappella dedicata a S. Giuseppe si trova all'interno del "Parco delle Rimembranze", vicino al cimitero. Costruita nel 1927 col contributo dei contessioti emigrati a New Orlèans (USA), é stata recentemente restaurata.
A navata unica, fu costruita alla fine del secolo XIX da Epifanio Viviani, nelle vicinanze di una edicola votiva la chiesa dedicata a S. Rosalia. Nella prima quindicina di luglio, nel tardo pomeriggio, vi si recita il rosario in dialetto siciliano, con canti speciali e benedizione con una reliquia di S. Rosalia. Afferisce alla parrocchia latina, con riserva di patronato a favore degli eredi di Epifanio Viviani.
Edicole votive urbane e rurali
In tutte le comunità si trovano edicole votive, testimonianze sia dell’arte sacra popolare sia del sentimento religioso popolare.
Anche a Contessa, nel centro urbano ed in contrade rurali, si trovano queste espressioni iconografiche delle due tradizioni locali (romana e bizantina), testimonianza della particolare e spontanea devozione familiare o personale di chi le ha realizzate.
Nella mostra sono esposte notizie (testi e fotografie) delle edicole votive, urbane e rurali, esistenti nel territorio di Contessa Entellina.
Di alcune edicole si ha purtroppo solamente il ricordo perché in parte o del tutto scomparse a seguito della demolizione di edifici, eseguita dopo il terremoto del 1968.
Alcune edicole votive, con Decreto dell’Assessore BB. CC. AA. della Regione Sicilia (D. A. n. 5725 del 21 marzo 1996), sono state dichiarate di interesse etno-antropologico e quindi sono sottoposte alla tutela della Soprintendenza BB. CC. AA.
Statue, icone, mosaici dipinti delle chiese di Contessa
Fotografie e testi esposti nella mostra documentano le opere d’arte custodite nelle varie chiese di Contessa, un prezioso patrimonio culturale locale da tutelare e valorizzare.
Notizie e fotografie delle opere d’arte degli edifici di culto saranno riportate in prossimi blog.
(Mostra opere d’arte negli edifici di culto I – Continua)
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