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venerdì 3 agosto 2012

Sicilia. Si lavora per evitare che ..."cu veni appressu cunta li pidati"

Per i siciliani venire meno alla parola data è come riconoscersi “quaquaraquà”.
Raffaele Lombardo, Gaetano Armao e Massimo Russo appena una settimana fà avevano stretto la mano di Mario Monti rassicurandolo che avrebbero dato luogo a tagli alla spesa pubblica regionale nella misura di €. 150 milioni nel 2012 e €. 300 milioni nel 2013.
All’Assemblea Regionale, il giorno delle dimissioni di Raffaele Lombardo, i siciliani hanno avuto modo di assistere a scene che nemmeno Pirandello avrebbe mai immaginato.
I “90” guardandosi in faccia e senza proferire parola si dicevano, riferendosi ad Armao: “ma chi voli chisstu ?”, .... “voli ca n’ammazzamu cu i nostri manu?”, ..... “ai genti, pi darini u votu, chi ci iemu a cuntari?”.
L'assessore all'economia -in buona sostanza-, non potendo “chiedere ai tacchini di preparare il pranzo di Natale” in questi giorni sta tentando comunque di mantenere la parola data a Mario Monti.
Egli pensa infatti di portare a termine l’impegno assunto dei tagli, non attraverso provvedimenti legislativi ma attivando alcuni atti amministrativi.
La revisione della spesa non poggerà quindi su una o più leggi, ma su una serie di delibere di giunta e su un paio di regolamenti.
Pure Massimo Russo non vuole essere giudicato “inaffidabile” da Mario Monti e promette ai giornalisti: “In giunta abbiamo esaminato il cronoprogramma per l'adozione delle misure volte alla riduzione della spesa ed alla cancellazione di sprechi e privilegi che sarà reso operativo da una serie di delibere di giunta, entro la fine di agosto".

Questi gli interventi:
 “Beni e servizi”; il governo interverrà con riduzioni di spese su forniture e acquisti anche attraverso un decreto di Armao.
“Riorganizzazione amministrativa” (ma in questo caso servirà un regolamento, quindi l'attuazione slitterà a metà settembre), che investirà pure affitti ed autoblu.

“Tagli su buoni pasto, permessi sindacali e sui vincoli per il personale in quiescenza (qui è prevista l'impossibilità di chiamare “pensionati” in qualità di esterni dell'amministrazione o delle società collegate alla Regione)”.
“Residui attivi” (i 15 miliardi di entrate iscritte in bilancio ma non riscosse saranno tutti passati al setaccio).
“Spese degli apparati istituzionali, riduzione dei trasferimenti correnti, riordino delle strutture periferiche, costi della telefonia mobile, spese degli enti locali e riduzione del numero delle società partecipate”
Personale”. “In questo caso – spiega Armao – è prevista una serie di incontri con i sindacati e le parti sociali”. A quel punto, il più sarà fatto e ci sarà solo da affrontare temi di natura finanziaria e quelli legati al “fondo pensioni”. Come si sà i pensionati della Regione sono posti a carico del bilancio e non dell'Inps.
Tutto (o quasi) da completare entro agosto e per poter dire che anche la Sicilia avrà operato la “propria” spending review, e non come taluni scrivono che qui regna il principio “Cu veni appressu cunta li pidati”.

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