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venerdì 18 novembre 2022

Gli Italiani. Sguardi e strisce sulla loro Storia

Destra e Sinistra nella politica italiana.

La durezza dello scontro/confronto già da subito dopo l'Unità:

Cavour (la Destra), Garibaldi (la Sinistra)

Nel gennaio 1861, ad "unità d'Italia" realizzata per opera, soprattutti, di Giuseppe Garibaldi, si tennero le prime elezioni politiche per insediare il primo Parlamento nazionale. A vincere fu la Destra moderata di Cavour. Deve però tenersi presente che su 20milioni di italiani solamente 400mila possedevano il diritto di voto (il 2% della popolazione). Di quei 400mila esercitarono il diritto di voto appena la metà e ciò capitò perchè tutte le parrocchie cattoliche furono mobilitate a favore dell'astensionismo.

L'incarico di formare il governo post-elettorale fu affidato a Cavour che provò a dosare i ministri in relazione alla nuova realtà territoriale che dal Piemonte si estendeva fino alla Sicilia. Un ministero toccò al siciliano Giuseppe Natoli, barone di Scaliti: Ministero dell'agricoltura, dell'industria e del commercio.

Garibaldi, che si era ritirato, dopo l'impresa dei Mille a Caprera inizialmente era intenzionato a non partecipare alla seduta innaugurale del nuovo parlamento, pur essendo stato eletto nella città di Napoli "Il mio posto non è sugli scranni del parlamento" ebbe a dire. A Caprera, dove si era ritirato, ogni venerdì arrivava il postale con varie decine di visitatori, vecchi amici d'armi, cacciatori di autografi, socialisti da più paesi europei, filantropi inglesi, irredentisti e patrioti.  Dopo tante sollecitazioni arrivategli da più ambienti a svolgere il mandato elettorale, decise -infine- di adempiere al mandato solamente quando una rappresentanza di operai ebbe a riferirgli: "Re Vittorio è circondato da gente senza cuore, senza patriottismo, da uomini che hanno creato un dualismo fra esercito regolare e i volontari per l'Unità del Paese. Quegli indegni hanno seminato discordie ed odio".

Quando Garibaldi entrò nell'Aula parlamentare arrivò con camicia rossa e poncho grigio sulle spalle e fu subito salutato da applausi che arrivavano dai banchi della Sinistra e contemporaneamente dai mormorii provenienti dai banchi della Destra. Quando prese la parola, disse: "Dovendo parlare dei volontari meridionali dovrei parlare dei fatti ben gloriosi: i prodigi da essi operati furono offuscati solamente quando la fredda e nemica mano di questo ministero (rumori in Aula) faceva sentire i suoi effetti malefici (urla). Quando, per l'amore della concordia, l'orrore di una guerra fratricida  provocata da questo stesso ministero ...". E subito nell'Aula parlamentare successe un pandemonio. Cavour gridava: "Non è permesso d'insultarci!" e Garibaldi gridava più forte: "Si, una guerra fratricida!". La seduta dovette essere sospesa. Quindi, nuovamente Garibaldi: "Quando arrivai a Torino -riferendosi alla seconda guerra d'indipendenza- accorrevano i volontari, ma a me non si davano che i gobbi e gli storpi...". Cavour subito replicò: "C'è, tra il Generale e me, un fatto che ci separa: io ho creduto di adempiere il mio dovere consigliando al Re la cessione di Nizza".

Conclusione:

La destra cavouriana e la sinistra garibaldina si intestavano ciascuna l'Unità del Paese provando ad escludere l'altra.

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