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domenica 20 novembre 2022

Alle radici del Cristianesimo


Appunti e riflessioni ripresi dalla bozza predisposta 
 

dalla Commissione intereparchiale in vista del Sinodo (2003) 

2. La SACRA SCRITTURA NELLA CHIESA LOCALE

Incontrare la Parola fatta carne a partire dalle "parole" della Bibbia

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10) Parola e Spirito, Scrittura e Sacramenti
Caratterisdtica costante dell'azione di Dio nella storia è l'operare sempre, come ricorda sant'Ireneo, con entrambi le sue "mani", la Parola e lo Spirito. Lo Spirito soffia dove vuole, rendendo ovunque gravida la storia dei "semi" del Verbo, anche al di là dei confini visibili della Chiesa. E dove la Parola è proclamata lo Spirito si effonde, come racconta in modo magistrale l'episodio degli Atti degli Apostoli in cui san Pietro annuncia l'Evangelo agli uomini riuniti nella casa del centurione Cornelio (cfr At 10,44).
Le Scritture, che contengono la Parola di Dio, sono perciò non solo "ispirate da Dio", ma anche "ispiranti Dio" (theòpneustos, 2 Tm 3,16), ossia portatrici della duplice e sempre congiunta azione della Parola e dello Spirito. Dunque esse, in maniera analoga ai Sacramenti, sono una via privilegiata per far accedere i credenti all'esperienza della salvezza, suscitando la fede e facendoli crescere fino "alla piena maturità di Cristo" (Et 4,13).
Compito delle nostre comunità sarà perciò far crescere questa consapevolezza dell'analogia tra Gesù Cristo, Parola fatta carne e Sacramento universale dell'incontro tra Dio e l'uomo da un lato, e Scritture e Sacramenti dall'altro, onde dischiudere ai fedeli tutte le energie di salvezza che il Padre ci ha voluto consegnare nel Figlio per mezzo dello Spirito.

Sacra Scrittura e predicazione
11)  La dialogicità della fede e la necessità del ministero della Parola
Se è vero, come ricorda san Paolo, che "la fede nasce dall'ascolto" (cfr Rm 10,17) della Parola di salvezza, nella sua più intima natura la Chiesa (ek-klesia) è dialogica, e manifesta sempre tale sua natura.
Proprio per questo, sempre secondo l'Apostolo, è fondamentale che in essa avvenga il ministero della predicazione, e che vi siano uomini costituiti da Dio come inviati per tale ministero. Qui risiede uno dei principali fondamenti del sacerdozio ministeriale, che ove venga a mancare mutila la Chiesa di un elemento essenziale della sua struttura.
La predicazione, in senso lato compito di tutta quanta la Chiesa, chiamata a portare la Buona Notizia fino ai confini della terra, in senso stretto è l'annuncio e l'attualizzazione della Parola di Dio nell'assemblea cristiana, perché diventi qui ed ora  parola di salvezza per coloro che credono.
Essa è la forma fondamentale ecclesiale della Scrittura, e se è vero, come ricorda san Gregorio Magno, che si avvale e si alimenta grazie al sensus fidei di tutti i battezzati, essa richiede una particolare cura da parte dei ministri della Parola, i Vescovi e i loro più immediati collaboratori, ossia i presbiteri e i diaconi. Senza dimenticare però, che non può assumere tutta la sua forza salvifica se l'intero corpo ecclesiale non diventa testimone con la sua stessa vita della Parola proclamata e celebrata..
Non a caso san Domenico, ad esempio, chiamava "santa predicazione" la sua comunità, più ancora che l'effettiva opera di annuncio esplicito dell'Evangelo.

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L'Incredulità


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La pensa così ...

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La scienza non basta

Dio, se c'è, è nascosto.

Se esiste, da sempre gli uomini sono costretti a cercarlo a tentoni. E non sempre la loro ricerca ha uno sbocco, ottiene un risultato. Positivo o negativo che sia. C'è da meravigliarsi e diffidare di coloro che affermano di non avere difficoltà a credere. Forse (com'è stato detto) è perchè non hanno ben capito di che cosa si tratta.

La disperante esperienza umana è che nessuna divinità fa capolino da dietro le nuvole. Il cielo e la terra tacciono.

Ma, se un Dio esiste, non si nasconde solo dietro il silenzio della natura. Si cela anche dietro la realtà del male degli innocenti che sembra accusarlo senza possibilità di difesa; si occulta pure dietro la molteplicità delle religioni. In queste, dietro le difficoltà delle tante "scritture sacre", Bibbia compresa.

Se c'è, si nasconde al contempo dietro gli scandali delle chiese; dietro gli errori e le incoerenze proprio di coloro che dovrebbero testimoniarne con la vita stessa l'esistenza.

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Dal Gesù nato sotto Augusto e morto sotto Tiberio bisognerebbe partire per riconoscere che ogni uomo, qui e ora, è il Cristo della fede.

E per confessare che, ovunque si pratica davvero l'amore, lì il Dio di Abramo e di Gesù si manifesta ancora una volta nella storia. E che lì, dove si tende alla giustizia, alla liberazione da quanto opprime l'uomo dentro e fuori, lì è l'ecclesìa , l'adunanza di chi crede al Gesù resuscitato; conosca o no il suo nome.

Ha scritto Banhòffer, il cristiano appeso a un gancio dai nazisti, che chi dice di credere in un certo Gesù che ha insegnato, che è morto, che è risorto, può anche cantare in grecoriano.

Ma, aggiunge, soltanto se grida allo stesso tempo per le vittime di ogni presente e futuro.

Gesù, ha detto un poeta contemporaneo, non si trova al termine dei nostri ragionamenti; ma, semmai, al termine del nostro impegno di misericordia,

Vittorio Messori

Giornalista e scrittore. Autore di numerosi saggi, uno dei principali autori cattolici

Nt. 16.04.1941

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