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giovedì 17 novembre 2022

Gli Italiani. Sguardi e strisce sulla loro Storia

Commissione di inchiesta sulle condizioni del Meridione 

e della sua agricoltura, allora latifondista: 1877

 L'inchiesta Jacini fu una inchiesta parlamentare del Regno d'Italia condotta dal 1877 al 1886 per esaminare le condizioni dell'agricoltura nel paese. L'inchiesta prese il nome da Stefano Jacini, che diresse la commissione a partire dalla sua costituzione.

 I problemi che furono messi in luce da quell'inchiesta, lasciati tuttavia irrisolti dai governi post-unitari, aggravarono quella che già dalla spedizione garibaldina, diciasette anni prima, era definita la "questione meridionale". Questione che tuttora pesa se solo si pensa come l'interno dell'Isola (dove peraltro insiste Contessa Entellina) è diventato sostanzialmente un reale ricovero di anziani, di pensionati. In quest'area (osservando la realtà di Contessa E.) solo una abitazione su otto è stabilmente abitata.

 Raggiungere i paesi dell'interno, come Contessa Entellina, è ai nostri giorni diventato un serio problema a causa della viabilità che da mese in mese va sostanzialmente sparendo a causa della mancata manutenzione e della politica spicciola che preferisce occuparsi di celebrazioni piuttosto che dei problemi socio-economici, che poi sono i motivi di fondo per la quale è sorta la "Politica" sin dal post-Rivoluzione francese.

 Come nasce centocinquanta anni fa 

la "Questione Meridionale?"

Il lavoro della Commissione Jacini è raccolto in ben 15 volumi e dà il primo completo quadro della situazione dell'Isola e dell'intero Meridione, ed ovviamente del settore agricolo di allora che era l'unico vero comparto produttivo e di sostentamento delle vastissime masse contadine dell'epoca.

Nella relazione conclusiva, il senatore Jacini scrive: "... da qualunque parte ci volgiamo, si rileva che l'Italia agricola si sente impoverita e guarda sgomenta all'avvenire che minaccia di diventare peggiore del presente; si rileva che i possidenti (i latifondisti) dichiarano di non essere più in grado, con i redditi fondiari degli stessi beni di una volta, di condurre il medesimo metodo di vita di una volta, si rileva che molta parte delle plebi rurali prorompono in alti lamenti; si rileva che le classi politicanti si accorgono esser venuto un importante nuovo problema ad imporsi da se medesimo alla loro attenzione, e tanto maggiore è il presentimento che sia pericoloso, quanto più scarsa è la conoscenza che hanno dell'indole sua".

L'agricoltura italiana si è impoverita e con essa le aree dell'interno -spiega Jacini- non perché negli ultimi decenni sia diminuito il valore della produzione o sia ulteriormente abbassato il tenore di vita delle plebi rurali ma a causa dell'impoverimento da porre in rapporto con altri Paesi, "avendo molti di essi progredito più di noi nelle applicazioni delle scienze naturali all'agricoltura". Da ciò nasce un profondo malessere nel rapporto di vita di chi di agricoltura vorrebbe vivere.

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Continueremo a scandagliare la vicenda socio-politica post unitaria che allora poggiava soprattutto sull'agricoltura ed oggi dovrebbe connettersi -mediante le infrastrutture che mancano- al resto produttivo di un Paese. Da allora, dal periodo post unitario, ciò che manca nel Meridione è una vera e consapevole classe politica, se è vero che nel Sud ciò che riesce bene da fare sono i festeggiamenti di ogni banale circostanza piuttosto che dedicarsi allo studio, all'osservazione e all'impegno per la soluzione dei problemi nel contesto di una visione politico-programmatoria.

E' importante riflettere sui punti dolenti del nostro vivere per capire come e perchè in Sicilia manchi una vera classe politica competente e soprattutto diligente: il governo regionale, in Sicilia, è stato costituito niente di meno che a quasi due mesi dall'esito elettorale. 

Dove è capitato ? in Sicilia. Quali sono stati i motivi del ritardo? Forse l'enormità dei problemi da affrontare? No !!!

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