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giovedì 17 novembre 2022

Riflessioni paesane

 Le campane

di Contessa Entellina

La campana della Chiesa Madre di Contessa E. suona e lo fa allungo. Preannuncia la liturgia quotidiana secondo il rito bizantino. Suona ed invita alla riflessione coloro che prestano un pochettino di attenzione e -nel contempo- invita taluni a ricordare lontani decenni, quando da ragazzini si giocava nei pressi dello Spiazzo Greco e, assieme a Calò, si saliva su, nel campanile, per far suonare allungo quelle campane. Allora, le "campaniate" non venivano attivate da congegni elettrici, ma dall'attitudine umana.

Le campane, come tutti i marchingegni, sono invenzioni dell'uomo. Non si sa quando venne fusa la più antica campana di bronzo. Forse all'alba del Medio Evo. Una informazione da vocabolario riferisce che un Breviarium canonum dell'anno 515, scritto da un diacono (Ferrando di Cartagine), tratta di un manufatto che prese il nome della regione dove era stato fuso: la Campania. Da allora, i cristiani della campana hanno fatto un mezzo di comunicazione. Fu fissata su torri e campanili che da quel lontano Medio Evo si moltiplicarono fino al punto di modificare l'intero panorama e paesaggio dei centri abitati. Fu istituito infatti l'obbligo di costruirli in tutti i luoghi abitati con un composto di leghe per il 78% di rame ed il 22% di stagno. Prima di entrare in esercizio, secondo un prefissato rito, venivano benedette.

A Contessa E. tutti siamo abituati ad individuare, a secondo dei rintocchi, quale sia la ricorrenza o il rito che le campane preannunziano. Peraltro, abbinando rintocchi delle campane e quelli degli orologi che stanno accostati nei campanili, la gente in passato coglieva i diversi momenti della giornata.  Notizie storiche su Contessa ci informano che durante tutto il periodo feudale il Consiglio Civico del paese si riuniva nella attuale Chiesa delle Anime Sante e la gente del paese veniva informata dell'assise dai rintocchi della campana di quella chiesa.

Fino ad alcuni decenni fa, prima del sisma '68, tanta gente abitava in case con accanto locali destinati a pagliere o anche stalle di animali, ed era frequente che accadessero incendi che investivano anche interi quartieri. Siccome serviva aiuto di tanti per spegnere le fiamme il sacrista della Chiesa Madre era obbligato ad attivare i rintocchi di bronzo delle campane (erano i terribili rintocchi "a martello"). La gente sapeva interpretare la differenza dei rintocchi, che potevano riferirsi a vari eventi e ricorrenze differenti.

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