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sabato 19 novembre 2022

Gli Italiani. Sguardi e strisce sulla loro Storia

Perchè fino all'istituzione delle regioni

lo Stato Italiano è stato prettamente "centralista" ?

Vittorio Emanuele II era -prima dell'Unità- re di Sardegna (e Piemonte). Ad avvenuta unità del Paese, egli ed il governo che stava a Torino fecero una scelta di cui, a leggere i testi storici, probabilmente non si resero conto ma che ha pregiudicato per decenni e fino all'istituzione della Repubblica Italiana (1946), la vita istituzionale e democratica successiva.

Il Regno di Sardegna (e Piemonte) era allora uno stato accentrato e monolitico e Cavour dopo flebili tentativi di apertura decise di lasciare tutto per come stava. Forse era sfiorato dall'idea che quanto realizzato poteva anche disfarsi. I Prefetti erano e conseguentemente rimasero figure onnipotenti ed i sindaci erano di nomina regia (funzionari dello Stato).  Le forze politiche allora predominanti erano espressione delle classi possidenti e si sentivano moralmente autorizzate a detenere il monopolio del potere, seppure si ancorassero in linea di principio al liberalismo. 

Negli anni immediatamente successivi all'Unità l'opposizione era gestita, con forze piuttosto flebili e fortemente avversate dalle autorità governative, dal Partito d'Azione di ispirazione mazziniana e in alcuni suoi settori vagamente socialistiche che facevano riferimento a Garibaldi.

L'Italia che uscì fuori dal processo di unificazione fu quindi uno Stato "accentrato" e "prefettizio". Gli storici ci riferiscono, di fatto,  di una Italia dei "notabili". 

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