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mercoledì 4 novembre 2020

Una riflessione la settimana: Contessa E. e lontani modelli di vita e di morte

Disumanizzazione ?

 Siamo ancora in tanti a ricordare il "paese", il nostro paese di Contessa E., di decenni fa; era pure allora un paese di emigrazione ma qui c'era, viveva, ancora tanta gente che alimentava la vita sociale. Lo si coglieva dai tanti circoli e sedi di partito che dal pomeriggio alla sera inoltrata erano affollati da persone che chiacchieravano fra loro sull'andamento dell'annata agraria, sulla raccolta delle olive e così via. C'erano, allora, tantissime persone ancora che giocavano a carte in quei locali di aggregazione. Le sedi di partito che ricordo erano quella del PSI, del PCI, della DC, del PSDI, e, in anni ancora più indietro quella del MSI. In alcuni periodi elettorali veniva aperta pure una sede del PLI e persino del partito "milazziano", i cui aderenti erano anche denominati "cristiano sociali", fuoriusciti dalla dc. C'era la sede della Camera del Lavoro CGIL e poi i circoli come lo Scanderbergh ed altri di cui non ricordo le denominazioni.

 In quei locali si discuteva di tutto, e a partecipare non erano solamente i vecchi; si leggevano i giornali di partito nelle rispettive sedi, e un pò ovunque il Giornale di Sicilia, L'Ora, Telestar. Si commentavano le notizie esterne all'ufficialita' giornalistica che -per altre vie- arrivavano in paese e ovviamente e soprattutto le situazioni ed i fatti locali. Ricordo che alcuni personaggi locali, di cui non riporto i nomi sul Blog, leggevano con molta curiosità -aggiustandosi gli occhiali- tutti i necrologi riportati dai giornali. A conclusione dei lunghissimi elenchi i commenti erano, lo ricordo bene, in termini di sospiro: si nasce e si muore!

 Si nasce e si muore. Allora, per ogni morto che lasciava la comunità locale di Contessa Entellina, l'intero paese, i rappresentanti di ciascuna famiglia partecipavano ai funerali in chiesa e poi fino all'accompagnamento al cimitero e dopo ancora tornavano in casa del deceduto per porgere le condoglianze ai parenti.

 Adesso, ai nostri giorni, sentiamo suonare per pochi istanti le campane delle chiese, ci informiamo "a chi è toccato" questa volta e tutto finisce lì. E' colpa solamente del coronavirus questa impressione di distrazione dovuta?  No, è l'accentuarsi e l'evolversi sempre più in avanti di quell'asciutto "si nasce e si muore".

  Come si è sviluppata e accentuata, disumanizzandosi, la cultura sintetizzata in quel "si nasce e si muore" fino a ritenere ai nostri giorni che chi muore finisce in un deposito (loculo), in una sorta di magazzino dove lo conducono solamente i propri intimi? fino a dare la sensazione che non ci interessa più ciò che capita al vicino di casa, al compaesano ?

Forse non è dovuto solamente al coronavirus se la comunità è divenuta così "asciutta".

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