E' finita la politica, è arrivata l'apparenza!
Conversando fra amici capita frequentemente che ci chiediamo perchè in Sicilia i cambiamenti sociali, produttivi e culturali avvengono con ritmi differenti -più lenti- rispetto ad altre realtà, ad altre regioni. Non v'è dubbio che il cambiamento, o il progresso se si vuole, pervade più diffusamente alcuni gruppi umani e spesso passa sulla testa di altri gruppi. Il cambiamento per avvenire deve poter plasmare la consapevolezza della gente, soprattutto quella dei ruoli dirigenti di ciascuna comunità, esponenti questi che teoricamente dovrebbero possedere gli strumenti per incidere nel tessuto sociale ai diversi livelli.
Che fine ha fatto la politica? Tutta colpa dei partiti che ormai esistono solamente sulla carta? |
Non sbagliamo se pensiamo che la ragione di tutto ciò che accade attorno a noi è legato alla fase temporale che stiamo vivendo, è condizionato da fattori culturali dei nostri giorni. Oggi la situazione è sostanzialmente aggravata, rispetto a decernni fa, dalla pesantissima mancanza di giovani in tutta la Vallata del Belice. Sappiamo tutti che gli anziani con l'avanzare dell'età diventano se non conservatori, quanto meno conservativi. La classe politica -seppure composta quà e là anagraficamente da "giovani"- non riesce più a porre occhio (attenzione) ai territori; essa opera in relazione ai clamori momentanei: il convegno, la dichiarazione tv, la ricorrenza e l'uso dei social. Leggere i territori nessuno sa ormai cosa significhi.
Nessuno più riflette o sa cogliere i bisogni dei territori che andrebbero collegati alle risorse, che tuttora esistono nei bilanci e nelle programmazioni dell'U.E. e in quelle sia statali che regionali.
Tutti ai nostri giorni stiamo ad aspettare l'imboccata dell'onorevole. Il dato di fatto è però che nemmeno gli onorevoli leggono, o sanno leggere, più i bilanci dei vari livelli di governo.
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