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lunedì 23 novembre 2020

Arretratezza sociale. Diritti negati, furberie, inventive, compromessi (6)

E' finita la politica, è arrivata l'apparenza! 

Conversando fra amici capita frequentemente che ci chiediamo perchè in Sicilia i cambiamenti sociali, produttivi e culturali avvengono con ritmi differenti -più lenti- rispetto ad altre realtà, ad altre regioni. Non v'è dubbio che il cambiamento, o il progresso se si vuole, pervade più diffusamente alcuni gruppi umani e spesso passa sulla testa di altri gruppi. Il cambiamento per avvenire deve poter plasmare la consapevolezza della gente, soprattutto quella dei ruoli dirigenti di ciascuna comunità, esponenti questi che teoricamente dovrebbero possedere gli strumenti per incidere nel tessuto sociale ai diversi livelli. 

Che fine ha fatto la
politica?

Tutta colpa dei partiti
che ormai esistono 
solamente sulla carta?


Se pigliamo in considerazione l'interno della Sicilia è facile accorgersi che in carenza di classi dirigenti consapevoli, tutto -nello spazio temporale degli ultimi decenni-  resta caratterizzato da stabilità o da lentissima evoluzione. Niente avviene da queste parti di eclatante, niente di suscettibile da far cambiare gli stili di vita o da incidere nell'imponente flusso migratorio. Se analizziamo quanto accaduto nella Valle del Belice oltre mezzo secolo fa notiamo che il cambiamento abitativo e quindi di alcuni aspetti dello stile di vita è stato possibile introdurli perchè nei quattordici centri più colpiti i sindaci, gli amministratori erano quasi tutti, tranne un paio, di area progressista ed hanno saputo tacitare con le loro iniziative i gruppi politici più conservatori che avrebbero voluto semplicemente riparare, ricostruire e/o restaurare le abitazioni sui siti e nei limiti della precedente realtà, adeguata o meno che fosse agli standard legali vigenti. A quella spinta innovativa, ultimata la ricostruzione, nella Valle non è seguita quanto la pianificazione territoriale e socio-economica prevedeva, p.e. un impianto industriale a Capo Granitola. Accadde che i Sindaci della ricostruzione edilizia con lo scorrere del tempo via via cambiarono sia nelle figure che nelle vesti partitiche quasi ovunque nei differenti centri, le stesse forze sindacali che erano state per tutto il "decennio '70" coinvolte nel processo della Ricostruzione, entrarono nella crisi che ancora oggi registriamo e le forze del cambiamento in questa parte di Sicilia si sono sostanzialmente liquefatte. La realtà in questa parte di Sicilia sa adesso tutto di "statico", di dormiente e/o di apparenza.

 Non sbagliamo se pensiamo che la ragione di tutto ciò che accade attorno a noi è legato alla fase  temporale che stiamo vivendo, è condizionato da fattori culturali dei nostri giorni. Oggi la situazione è sostanzialmente aggravata, rispetto a decernni fa, dalla pesantissima mancanza di giovani in tutta la Vallata del Belice. Sappiamo tutti che gli anziani con l'avanzare dell'età diventano se non conservatori, quanto meno conservativi. La classe politica -seppure composta quà e là anagraficamente da "giovani"- non riesce più a porre occhio (attenzione) ai territori; essa opera in relazione ai clamori momentanei: il convegno, la dichiarazione tv, la ricorrenza e l'uso dei social. Leggere i territori nessuno sa ormai cosa significhi.

 Nessuno più riflette o sa cogliere i bisogni dei territori che andrebbero collegati alle risorse, che tuttora esistono nei bilanci e nelle programmazioni dell'U.E. e in quelle sia statali che regionali. 

Tutti ai nostri giorni stiamo ad aspettare l'imboccata dell'onorevole. Il  dato di fatto è però che nemmeno gli onorevoli leggono, o sanno leggere, più i bilanci dei vari livelli di governo. 

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