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lunedì 9 novembre 2020

Riflessioni sulla Storia (4)

 Trattegiamo il sistema feudale: 

il sistema che gli arbëreshë 

sconoscevano prima di arrivare in Sicilia

Col crollo dell'Impero Romano d'Occidente (sec. V) e fino ad arrivare al IX secolo in Europa occidentale si consolida un diverso, nuovo, sistema socio-economico-politico fino ad allora mai esistito fondato sulla divisione della terra, fattore quasi esclusivo della produzione, dell'economia dell'epoca. Attorno alla terra andò sviluppandosi in relazione al suo sfruttamento una articolata e precisa scala di valori: tutta propria del sistema feudale.

Dal feudo, dopo
le riforme di Domenico
Caracciolo, si passa
al latifondo che durerà 
fino a settanta anni fa.


Da una fase iniziale di "dominio" del più forte connesso alle invasioni barbariche, seguì un modello istituzionalizzato di feudalità della "signoria"; vero e proprio centro di organizzazione sociale dal quale "il signore" dominava gli abitanti insediati tutt'attorno a numerosi castelli e villaggi.

Il Signore iniziò ad esercitare il banno, ossia il potere generale di comando militare giudiziario ed economico, su una popolazione di contadini il cui stato si evolse gradualmente dalla condizione giuridica di assoluta servitù (servi della gleba) a una di semilibertà completa o di libertà completa lungo parecchi secoli. Verrebbe da dire ... fino a ieri. 

Il feudalesimo -di fatto-  costituirà un periodo storico di massimo decentramento del potere. I re normanni di cui la storiografia ci offre sfarzi, magnificenze e potere, in realtà non si occuparono mai delle popolazioni che vivevano sui territori; erano i "baroni" a governare e a rappresentare il potere nelle realtà comunitarie; i sovrani dedicavano qualche attenzione alle realtà demaniali, le città autonome il cui barone "lontano" era lo stesso re.

 Il regime feudale raggiunse comunque la sua perfezione di "sistema" socio-economico proprio con l'accrescersi delle realtà urbanizzate. Accadde lungo il secondo millennio che via via che il potere regio intendeva ergersi a riferimento e centro di potere unico (in verità raggiunto nel XV  secolo (ma siamo già nell'età moderna, e comunque non raggiunto in Sicilia se non nel XVIII secolo) si svilupparono le forze centripete dei monarchi contro quelle centrifughe dei baroni (espressione della feudalità). 

I baroni per svolgere il governo diretto sui loro territori crearono vere e proprie istituzioni legali  dove insediarono per gli aspetti gestionali persone provenienti dai ceti civili di loro fiducia (borghesi) che non dovevano e non potevano avere relazioni/confronti con la monarchia; l'autorità di governo locale proveniva esclusivamente dalla Signoria. Per comprendere meglio quanto andiamo scrivendo, va ricordato che la Signoria dei Peralta e poi delle successive famiglie sui territori che oggi costituiscono Contessa, aveva autorità diretta sulle forze dell'ordine, sulle finanze pubbliche, sull'esercizio della giustizia e persino nel conio della moneta dell'epoca, che avveniva nella zecca di famiglia, a Sciacca.

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