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giovedì 12 novembre 2020

Riflessioni sulla Storia (7)

Trattegiamo il sistema feudale: 

il sistema che gli arbëreshë 

sconoscevano prima di arrivare in Sicilia

I Baroni

Il termine ha un ampio ventaglio di significati. Può designare un singolo soggetto di cui si colgono certi modi di fare, un guerriero, come può significare -in termini storici- un "signore" che gode dell'amicizia del sovrano. 

Stemma dei Gioeni
-Baroni, fra altri,
di Contessa-
A decorrere dall'anno mille tutti, i tanti regni sorti in Europa Occidentale dal crollo dell'Impero romano, fanno proprio il regime socio-economico che va sotto il nome di feudalesimo. Così come oggi gran parte del mondo occidentale ha fatto proprio il regime socio-economico liberista (sia pure temperato -ove riescono- dalle socialdemocrazie), allora, sopratutto ad opera dei normanni di Inghilterra e di Sicilia e del regno crociato di Gerusalemme, e poi ovunque nell'Europa occidentale, fu consolidato (e sembrò in via definitiva) il regime feudale. 

Il "barone", secondo le definizioni dei giuristi, in senso tecnico significa: uomo di fiducia del monarca a cui viene concesso il governo di vasti territori, dove egli servendosi di un vasto stuolo di clienti (=vassalli), incarna il "Potere".  Detto in altri termini, il "barone" è colui che non riconosce altro "signore" se non il re. In effetti ed in realtà, i baroni furono i principali ed evidenti (al popolo) signori del regno. Per spiegarci meglio: a Contessa nella fine del millequattrocento e inizio millecinquecento nessuno sapeva chi fosse il sovrano di Sicilia, se residesse a Palermo o in Spagna, ma tutti quei profughi che erano arrivati dal Balcani sapevano chi fosse il "Signore", il "Barone della famiglia Cardona".

I baroni sono ben definiti come sopra -soprattutto-  nel Medio Evo, cioè fino al XVI secolo quando inizia invece la "modernità", anche se -va ricordato- in Sicilia i baroni rimasero "baroni" nei termini sopra descritti fino all'inizio del 1800, in pratica fino a quando qui arrivò lo spirito della Rivoluzione francese e dell'Illuminismo, grazie al Vice-Re Caracciolo..

A svalutare un poco l'immenso ruolo (di governo dei territori) e dell'importanza connessa al titolo dei baroni fu la decisa svalutazione dello stesso quando i  monarchi iniziarono a nominare (a promuovere) figure di nobili che fino ad allora erano subordinati ai baroni.  I monarchi ricorsero a questo percorso sia per incassare corrispettivi a beneficio delle casse regie, che -intenzionalmente- per ridurre il prestigio "esclusivo" dei baroni divenuti troppo influenti e potenti. E' questa la fase storica in cui nelle varie realtà territoriali nascono i nuovi titoli di "duca", "marchese", "conte" etc.; il titolo semplice di "barone" diventerà -nel contesto che abbiamo tracciato- meno importante e continuerà a designare gli eredi dei primi "signori" nominati vassalli all'inizio del secondo millennio.  Come importanza e prestigio, alla fine del feudalesimo, quello di barone era divenuto nient'altro che un semplice titolo onorifico al pari di "cavaliere", "gentiluomo" e similari.

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