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mercoledì 24 giugno 2020

24 Giugno

24 Giugno 1059
Stipula del Trattato di Melfi tra Papa Niccolò II e le famiglie normanne degli Altavilla e dei Drengot

I Normanni e i papi: 
l'accordo di Melfi
Roberto Guiscardo definisce un progetto di unificazione del potere normanno in tutta l'Italia meridionale allora  sotto l'influenza dei Bizantini.
Pur essendo abbastanza potente ritiene che gli sia utile di vedere sancito il suo diritto alla conquista dall'autorità morale papale. Non spera infatti nell’Impero germanico che attraversa un periodo di reggenza poco favorevole al suo progetto. Roberto si rivolge pertanto al papato che scopre essere disponibile a compromessi. A questo riguardo le circostanze politiche gli sono favorevoli.
Nel contempo il progetto è attivamente appoggiato dall’opera diplomatica dell’abate di Montecassino, Desiderio di Benevento, che diverrà poi papa col nome di Vittorio III nel 1086. Il progetto viene concretato nell'incontro di Melfi nel 1059, quando papa Niccolò II conferma a Roberto Guiscardo la dignità ducale e i possessi di Puglia e Calabria. Per quanto attiene la Sicilia, rimasta fino ad allora dominio musulmano è promessa ai Normanni che dovranno impadronirsene e quindi, tenerla sotto l’autorità della Santa Sede. Il papa riconosce anche a Riccardo d’Aversa il principato di Capua.

Con quell'intesa -nella sostanza- la Chiesa cattolica sottrae il Meridione d'Italia e la Sicilia all'influenza religiosa di Costantinopoli che da sempre era il riferimento.

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