I politici rubano, coltivano i loro interessi di parte, lo fanno disinvoltamente e ignorando le leggi ?
Nei nostri giorni si tratta di comportamenti ordinari, non impressionano più nemmeno l'opinione pubblica.
Ma cosa significa questa sfrontatezza pubblica ?
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Rispondere non è cosa semplice. Tutto si riconduce a quella che qualche decennio fà (quando i politici si facevano finanziare dal sistema finanziario ed industriale non per arricchirsi ma per potenziare i loro partiti) veniva definita la "questione morale". Dalla questione morale siamo passati al tentativo dei sociologi, moralisti e giuristi di reinterpretare il rapporto fra morale e politica.
Il tema non è di oggi in quanto la "questione morale" non ha mai trovato soluzione nè nella politica nè in qualsiasi altra sfera di vita dell'essere umano. Il rapporto morale/politica non è infatti diverso, ad esempio, dal rapporto fra etica e rapporti economici (ossia fra morale e capitalismo), oppure dell'etica sessuale, dell'etica medica, o ancora dell'etica sportiva.
In tutte queste diverse sfere del vivere umano esiste sempre lo stesso problema: dove sta la distinzione fra ciò che è moralmente lecito e ciò che è moralmente riprovevole ?
Inizieremo un cammino su questi difficili sentieri e per renderci conto, da subito, che verosimilmente non riusciremo a sciogliere i moltissimi nodi, e intanto, ci soffermiamo su un breve tratto della Storia umana noto a chi ha potuto studiare a scuola la vicenda di Enrico VIII.
Shakespeare ci fa sapere nelle sue opere che Enrico VIII rimase sempre eticamente irreprensibile, anche quando mandava al patibolo i vescovi cattolici tra cui l'autore di "Utopia", Tommaso Moro. Rimase irreprensibile anche quando ripudiava ed ammazzava le mogli che, poverine, si ostinavano a dargli figlie femmine contro l'etica (del tempo) della discendenza che imponeva invece un figlio maschio.
Ed allora, cosa è l'etica ?
Ai nostri giorni essa è divenuta una risorsa umana "problematica" che, secondo il pensiero contemporaneo, è stata inventata dall'uomo.
Su questo solco, chiaramente non condiviso dal Cristianesimo, non esistono codici assoluti, validi per tutti e per sempre.
Se il pensiero contemporaneo, quello che esclude valori assoluti, ha messo piede e dilaga nelle coscienze pubbliche, perchè i politicanti non dovrebbero rubare ?
Dedicheremo altre pagine su questa piaga che produce "politici ladroni".
A cosa servono le leggi,
vane senza un cambio
di costumi
Orazio, Odi, III, 24
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