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lunedì 3 marzo 2014

Chiesa della Martorana. Ogni venerdì pomeriggio -17,30- sarà cantato l'Akàthistos

L'Akàthistos, in greco, significa, “non seduto”, “in piedi”, e indica come dovrebbe cantarsi, “stando in piedi”, così come si proclama e si ascolta il Vangelo, e ne sottolinea perciò la solennità.

 E' l'inno che avrebbe cantato il popolo di Costantinopoli, per ringraziare la Vergine della protezione accordatagli contro i Turchi e in precedenza contro gli Avari ed  i Persiani.
Chiesa della Martorana
P.zza Bellini
Palermo
Si ignora chi ne sia l’autore: la tradizione manoscritta lo trasmette anonimo, e anonimo lo riportano i libri liturgici. Solo qualche codice lo attribuisce al Patriarca di Costantinopoli Sergio (VII sec.) o al Patriarca Germano (VIII sec.). Qualcuno ha fatto anche il nome di Romano il Melode. Un altro nome attendibile potrebbe essere quello di Basilio di Seleucia, teologo e scrittore che fu tra i Padri più influenti al Concilio di Calcedonia (451), ma si tratta solo di supposizioni.

La data di composizione viene collocata fra la metà del V sec. e i primi del VI. 

 L’Akàthistos è un testo molto elaborato che appartiene al genere letterario del contacio (kontàkion o kondàkion), una forma di poesia complessa, tipica dell’innografia greca, definita anche “predica in versi” per la complessità e ricchezza dei suoi contenuti.

Si compone di 24 stanze o strofe, che si susseguono a coppie, ciascuna delle quali è inframmezzata dal canto dell’Alleluia e si chiude con una serie di invocazioni litaniche a Maria che culminano tutte nella celebre acclamazione: Ave, Vergine e Sposa!. 

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