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mercoledì 16 dicembre 2020

Poche righe. Alle origini di Contessa E. (4)

Intento di queste "Poche righe. Alle origini di Contessa E." è  di aprire nuove valutazioni sulla situazione socio-politica-economica della Sicilia XV-XVI secolo, il periodo di arrivo degli arbëreshë in Sicilia. Valutazioni che faremo sulla scorta di una notevolissima bibliografia relativamente recente curata da tantissime istituzioni culturali, pubbliche e private. Fermo restando che esistono "giacimenti" documentari che in pochi probabilmente hanno finora consultato. Punteremo a far capire perchè, qui, a Contessa E., stiamo vivendo questi giorni di memorie.

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        Brevi cenni storici

Manuele II
Imperatore Romano
d'Oriente
Gli ottomana già nel 1354 erano passati in Europa occupando la Tracia e creando ad Adrianopoli (1361) un minaccioso punto strategico per la possibile invasione dei Balcani.

Il resto dei Balcani erano stati progressivamente insidiati ed in buona parte occupati dai Serbi. Nel 1389, sulla pianura del ‘campo dei merli’, in quella che poi fu detta Prima Battaglia del Kosovo, l’armata turca distrusse l’ultima resistenza dei popoli balcanici.

Ormai l’armata turca guidata da Bayezid I, noto successivamente come ‘la folgore’ aveva distrutto l’ultima resistenza dei popoli balcanici e l'Impero di Costantinopoli non era più in condizione di aiutare bulgari, serbi, macedoni ed albanesi. L'espansione turca fino al Danubio era ormai a portata di mano.

1391-1425 Manuele II il Paleologo diventa Imperatore dell'Impero Romano d'Oriente. Si adoperò in vari modi per salvare la romanità dello stato in Medio Oriente, ormai insidiato e indebolito non solamente dai turchi ottomani ma anche dalle illusorie aspettative di vari stati europei, dai veneziani e genovesi agli ungheresi agli stessi aragonesi. Egli si ritrova a reggere, sostanzialmento, un Impero molto delimitato e nella sostanza vasssallo dei turchi.

1393. Gli ottomani aggirano la capitale dell'Impero, Costantinopoli, e iniziano l'occupazione dei Balcani. L'odierna Bulgaria viene quindi completamente occupata

Nel 1396 per convincere i governanti europei del reale pericolo che correva la Cristianità Manuele II intraprese un viaggio per gli stati d'Europa: Francia, Germania, Inghilterra. Non pare tuttavia che sia stato convintamente ascoltato, anzi. 

Manuele nell'invocare l'aiuto all'intero Occidente, compreso al Papa, propose pure la mai realizzata unione della Chiesa d'Oriente e della Chiesa di Roma, in cambio di una crociata.

La crociata in effetti fu organizzata e fu pronta già nel luglio del 1396, quando le forze di Sigismondo del Lussemburgo e l’esercito crociato francese si incontrarono al confine ottomano, per subito puntare verso la piazzaforte di Nicopoli, sulle sponde del Danubio. Si trattò dell’ultima campagna militare che seguiva prettamente lo spirito della crociata: l’idea di una cristianità riunita, forte e agguerrita ed unita dalla fede contro un nemico infedele, da sconfiggere. Non accadeva dall’XI secolo. Questo spirito combattivo si affermò improvvisamente per un’altra ed ultima volta, caso eccezionale nella storia.

Vincono gli ottomani.

L’esercito crociato era composto da un contingente francese-borgognone di 10.000 uomini, principalmente cavalieri, 1.000 fanti inglesi armati di archi lunghi e 6.000 tedeschi provenienti da tutte le parti del Sacro Romano Impero, perlopiù cavalieri. Giovanni I, conte di Nevers e futuro duca di Borgogna era il Comandante riconosciutto.

Un'altro esercito composto da valacchi, moldavi e ungheresi, composto da contingenti di fanteria pesante arrivò sotto il comando di Sigismondo di Lussemburgo. Gli storici sostengono che lo schieramento cristiano complessivamente era composto da 50.000 uomini. I valacche di religiosità ortodossa, guidati da Mircea I, combatterono accanto agli ungheresi cattolici.
I cristiani strinsero d’assedio la piazzaforte di Nicopoli e attesero la prima mossa ottomana. Il conte Giovanni di Neversl, sguinzagliò i suoi cavalieri, che misero a ferro e fuoco la campagna circostante: un abitudine crociata che, nel tempo, era divenuta una costante. Gli abitanti del territorio furono presi prigionieri o trucidati, le donne stuprate e i bambini crudelmente uccisi.
Bayezid, il Sultano intento ad assediare Costantinopoli, radunò un esercito in fretta e furia e si diresse a tappe forzate verso nord insieme al vassallo serbo Stefano III Lazaro. Fra cavalleggeri serbi e giannizzeri (l’èlite dell’esercito ottomano), arcieri, fanteria e cavalleria pesante e leggera, l’esercito ottomano raggiungeva, secondo gli storici, un numero che eguagliava quello dell’esercito crociato ed anche superiore, vicino alle 100.000 unità.
Lo scontro avvenne il 25 Settembre 1396. Accadde che la strategia da perseguire fra i capi cristiani non fu unica e la battaglia finale finì in un mare di sangue con gli ottomani usciti vincitori.
La stagione delle crociate si concluse nel sangue di francesi e ungheresi. Si concluse nel campo di Nicopoli, fra le bandiere spezzate dell’Ordine Teutonico e del Regno di Francia.

Manuele II, da parte sua allontanò la minaccia dell'ulteriore assedio della capitale, Costantinopoli, accordandosi con  Maometto I (figlio di Bayezid I) con cui mantenne sempre la pace. 

1402. Battaglia di Angora. L'Impero Bizantino, erede diretto dell'antica Roma, è ormai l'ombra di se stesso. Circondato da ogni lato da territori turco-ottomani era ridotto alla capitale Costantinopoli e ad alcuni territori in Grecia. A rimandarne la caduta definitiva di un mezzo secolo fu una circostanza peraltro non prevedibile nè cercata. Il re dei mongoli, Tamerlano, inflisse ai turchi una sconfitta terribile e dalle ferite irrimediabili nella battaglia di Angora (1402). I turchi attesero fino alla morte di Tamerlano per recuperare fiducia nelle loro capacità.  

1423. Tessalonica viene ceduta ai Veneziani. Ormai le incursioni turche nella Morea sono frequenti.

Andronico, figlio di Manuele II, governatore della città e delle aree prossime non possiede più il controllo del governatorato. Il giovane era peraltro gravemente malato, di una gravissima forma di elefantiasi che gli impediva i movimenti. Assunse la decisione di chiedere ai Veneziani la difesa e il governo della città. La città, la seconda dopo Costantinopoli più importasnte dell'Impero, gli era stata assegnata da suo padre quindici anni prima, in quanto -per la collocazione ed il quadro geo-politico- necessitava di atteggiamenti propri e indipendenti per resistere alla aggressività ottomana.

L’amministrazione della città sarebbe rimasta a funzionari e magistrati bizantini e in essa si sarebbe continuato ad applicare il diritto bizantino. I beni e le proprietà degli indigeni andavano rispettati e la locale chiesa bizantina non sarebbe stata oltraggiata o ostacolata. Andronico in pratica cedeva alla Repubblica di Venezia una città bizantina e tale sarebbe dovuta rimanere, in ogni caso. 

Il senato veneziano esitò parecchi mesi prima di accettare; Venezia temeva in primo luogo una diretta contrapposizione ai Turchi e la tolleranza espressamente richiesta per il credo bizantino, non apprezzato nella Roma papalina. Poi ritenne che un’ulteriore resistenza della Morea indipendentemente dal resto dell'Impero sarebbe stata piuttosto impossibile e la città di Tessalonica (odierna Salonico), importantissima anche per gli scenari che la Repubblica cercava faticosamente, rischiava comunque di capitolare. Venezia il 14 settembre 1423 prese tuttavia in consegna la città ormai ridotta alla fame; una città che solo qualche decennio prima li avrebbe rifiutati. Quel 14 settembre 1423 fu la data della fine definitiva di Tessalonica bizantina .

Giovanni VIII, figlio di Manuele II, designato al trono. 

Giovanni ritenne che si dovesse unificare la Chiese di Roma e quella di Bisanzio per contare su aiuti dagli occidentali contro gli Ottomani. Manuele, rispose con questa storica espressione: “Figlio mio, noi sappiamo degli infedeli con assoluta certezza e dal profondo del cuore, che molto li spaventa il nostro accordo e la nostra unificazione con i Franchi, perché sanno che, se ciò avvenisse, ne verrebbe a essi gran danno dai cristiani d'occidente a causa nostra. Perciò, quanto al concilio, progettalo pure e datti da fare, specialmente quando hai bisogno di far paura agli infedeli. Quanto però al farlo, non ti ci mettere, perché non vedo che i nostri siano capaci di trovare un modo per realizzare l'unione in pace e concordia, anzi vorranno convertire costoro per essere come eravamo prima. Poiché ciò è quasi impossibile, ho paura che ne verrà uno scisma anche peggiore ed ecco che saremo allo scoperto dinanzi agli infedeli.”

Nel 1444 i turchi mostrarono una ferocia indescrivibile nell'insurrezione  bulgara (battaglia di Varna).

1451. Sale al ruolo di sultano Maometto II che da subito avvia nella massima meticolosità l'assedio di Costantinopoli che soccombe il 29 maggio 1453. L'ultimo imperatore romano, Costantino XI, viene ucciso e con la presa di Costantinopoli (1453) fu posto fine al millenario Impero romano d’Oriente. 

Seguì la conquista di ciò che restava della Grecia (1458-60) e dell'Albania e delle colonie genovesi nel Levante (1474-75). 

Nel 1465 Costantinopoli diventa capitale dell'impero ottomano.

Ci resta da centrare la figura di Scanderbergh

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