Trattegiamo il sistema feudale:
il sistema che gli arbëreshë
sconoscevano prima di arrivare in Sicilia
Ovunque e sempre nel bacino mediterraneo sono stati considerati eventi solenni le "nascite", i "matrimoni" ed i "funerali". Sia i Greci che i Romani organizzavano cortei funebri ove tutti i partecipanti (parenti, chienti e liberti) vestivano in nero.
2) In Sicilia le manifestazioni di lutto divenivano sempre occasione di esagerazione. Più o meno le stesse manifestazioni occorse per la morte di Guglielmo I che si svolsero il 13 dicembre 1250, sempre a Palermo, in occasione dell'arrivo in città, dalla Puglia, dei resti di Federico II per essere sepolti nella Cattedrale cittadina.
3) Sempre in Sicilia le manifestazioni per il lutto sono state fino ad una decina di anni fa esagerate, al punto che si susseguivano disposizioni regie e statuti comunali che provavano a disciplinarne tempi e modi. Nel 1309 Federico III proibì per tutta la Sicilia che le donne seguissero i feretri, e che si suonassero nei funerali guideme o citarre, tamburi o altri strumenti e si cantassero le reputazioni, cioè quelle canzoni lugubri, che i romani chiamavano nenie,
4) Nello Statuto di Palermo (1423) si legge "supra li purtamenti di li donni, si ordina, che li vestimenta sieno senza cuda e che finu di lu secundu gradu non est negatu a li preditti collaterali persune impune puturi reputari".
5) Il Sinodo di Siracusa (8 Settembre 1553) così descrive le reputatrici: " ... quando muoiono uomini e donne, alcune femminucce, più spesso vedove, cantano alcune cantilene all'uso dei pagani, riportandovi quanto i morti facevano in vita e in subito si percuotevano la faccia, si strappavano i capelli per muovere al pianto le donne astanti, ululando come i bruti, e queste femminucce il volgo chiama reputatrici; ordiniamo che nessuna donna osi cantare tali cantilene ...".
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