Come volevasi dimostrare ... non è stato dato alcuno spazio al dibattito durante la Direzione Nazionale che é durata pochi minuti e che é servita solo a creare la scena di una dichiarazione prevedibile e priva di volontà di dibattito politico.
Convocare centinaia di persone da tutta l'Italia per confezionare una scena del genere è una mortificazione della democrazia interna e della dignità del partito. Sono senza parole.
SOFIA VENTURA, politologa
IN UN LIBRO apparso di recente in Francia con il titolo “Le Florentin” (il fiorentino), Giuliano Da Empoli, da sempre vicino, pur con alti e bassi, a Matteo Renzi, ora a capo del think tank renziano “Volta”, ha tratteggiato – sotto la forma dell’entusiasta agiografia – un acuto ritratto di un uomo scaltro, capace di cogliere il momento, abile nel comprendere cosa scalda i cuori del popolo, che pone questi talenti al servizio della sua immensa ambizione e del suo amore per il potere. Questo è il ritratto che Da Empoli propone ai lettori francesi del nostro Presidente del Consiglio dimissionario. Ed è un ritratto che aiuta a comprendere le mosse di Renzi in queste ore, in cui tenta di tenere sotto controllo le emozioni scaturite dalla cocente sconfitta, di apparire calmo e ragionevole e – al tempo stesso – di non perdere il controllo della situazione, perché anche se dimissionario non ha nessuna intenzione di considerare la partita politica chiusa.
CHE dall’inizio della sua avventura governativa sino a dopo le amministrative del 2016 avesse spiegato in decine di interviste e interventi che lui era diverso dagli altri e che per questo se non avesse portato a termine la riforma costituzionale si sarebbe ritirato dalla politica, nell’Italia dove è reale solo ciò che è stato affermato un minuto prima non ha nessuna importanza. Ora la sconfitta va metabolizzata e bisogna comprendere come rimanere in pista. Così nelle vesti di segretario si è presentato alla direzione del suo partito e ha imbastito un breve discorso subito prima di recarsi dal Presidente Mattarella per rassegnare le dimissioni: ha fatto appena cenno alla sconfitta, ha elencato i successi del governo – «meno tasse più diritti» – ringraziato questi e quelli, ricordate famiglie di rapiti e vittime, e ha spiegato che il suo partito sosterrà un governo di responsabilità nazionale con tutti i gruppi parlamentari, oppure che si torni subito al voto. Si è anche inventato l’originale rappresentazione della direzione del Pd in convocazione permanente, mentre si svolgono le consultazioni, lui naturalmente regista e sceneggiatore.
PIERRE MSCOVICI, Commissario Ue per gli Affari economici,
La Commissione europea non teme "una crisi bancaria" in Italia dopo le dimissioni del premier Matteo Renzi".
"Per quanto riguarda gli istituti di credito del Paese i problemi non sono cambiati durante l'ultima settimana: non si sono deteriorati o aggravati".
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