LA REPUBBLICA/Palermo
Salta al Senato l'emendamento che avrebbe
consentito la proroga di 13mila precari degli enti locali e dei duemila precari
della sanità. Ma dal governo Crocetta arrivano rassicurazioni: «Abbiamo un
piano B, questo personale sarà assunto a tempo indeterminato in una società
regionale e poi con il tempo inquadrato nei Comuni ».
Il caso precari è esploso
ieri mattina, dopo che a Palazzo d'Orléans si è avuta la certezza che
l'accelerazione dei lavori della legge di stabilità, dovuta alla crisi di
governo nazionale, aveva fatto accantonare tutte le norme aggiuntive, fra cui
quella che riguardava la Sicilia.
È questa la prima conseguenza del clima
post-referendum e delle annunciate dimissioni di Renzi. Il governatore e l'assessore
all'Economia Alessandro Baccei hanno deciso di correre subito ai ripari,
inserendo all'ordine del giorno della riunione di giunta, convocata d'urgenza
ieri sera, una disposizione che prevede «il trasferimento di questo personale
negli organici della Resais». Anche se rimangono incertezze sulla possibilità
che di questa soluzione possano giovarsi i precari dei Comuni in dissesto. Di
certo c'è che Baccei, in collegamento con Roma e il sottosegretario Davide
Faraone, ha studiato comunque una sorta di piano B che ha subito proposto al
governatore, il quale ha condiviso il percorso. Viste le incertezze sul
passaggio di un emendamento nella legge di stabilità nazionale che consenta la
proroga dei contratti dei precari, l'assessore inserirà una norma da portare
subito all'Ars nel disegno di legge sul bilancio provvisorio.
La norma siciliana, in soldoni, prevede il
passaggio di tutto il bacino alla Resais, evitando così la mannaia della legge
nazionale sugli enti locali che non consente di prorogare contratti precari dal
1 ° gennaio 2017.
I lavoratori, che comunque vengono pagati con i
fondi regionali per l’80 per cento dello stipendio e per il 20 per cento dai
Comuni, verrebbero poi riassegnati agli enti locali. «Assicuriamo —
sottolineano dallo staff di Baccei — che lo stipendio attuale dei precari non
cambierà e sarà pagato al cento per cento». La parte oggi versata dai Comuni,
circa 40 milioni, verrà trattenuta dalla Regione dai trasferimenti agli enti
locali e girata alla Resais.
Ma c'è di più: i precari verranno assunti dalla
Resais, che sarà trasformata in una sorta di agenzia, con un contratto a tempo
indeterminato e per le stesse ore che svolgono adesso. La norma che invece
sarebbe dovuta andare nella legge di stabilità nazionale prevedeva
l'inquadramento diretto nei Comuni, con una deroga al blocco delle assunzioni,
ma solo in caso di disponibilità di posti in pianta organica. Per questo
passaggio occorrerà aspettare una nuova legge nazionale, anche se, più per
principio che per altro, nel ddl regionale da portare all'Ars è prevista questa
possibilità per i Comuni siciliani. Ma questa parte della norma è a forte
rischio di impugnativa da parte dello Stato. E a Palazzo d'Orléans lo sanno.
Ieri la giunta ha deciso di approvare l'ipotesi
Resais e anche l'esercizio provvisorio almeno fino a febbraio: prima è
impossibile votare la Finanziaria regionale. Una legge molto delicata perché è
l'ultimo grande treno di spesa prima del voto per le prossime elezioni. E
Crocetta vuole metterla a punto con calma.
Nessun commento:
Posta un commento