La festa del Natale di Cristo risale al Cristianesimo delle origini.
Da allora ha prodotto una precisa iconografia.
Nella tradizione orientale la struttura della scena ha una costruzione rigorosamente gerarchica e vivacemente narrativa:
--al centro è Maria, per sottolineare il ruolo fondamentale della Vergine nell’Incarnazione.
Accanto a lei, il Bambino, fasciato di bende come Lazzaro, il morto risorto, è posto in una mangiatoia-sepolcro: Gesù nasce annunciando la sua morte e la sua resurrezione.
Attorno si raggruppano le scene aggiuntive, che non seguono un ordine cronologico e sono intercambiabili.
Di norma l’azione si sviluppa sullo sfondo di una grotta scavata in una montagna, una voragine nera che raffigura simbolicamente gli Inferi.

Sono inoltre raffigurati i Magi e i pastori, a significare che Cristo è venuto a salvare il mondo intero, i gentili come i giudei; lo stesso concetto è incarnato dalla presenza del bue e dell’asino, che rimandano altresì a una delle profezie di Isaia sul Salvatore; appaiono inoltre le donne che provvedono al primo bagno del Bambino, una chiara prefigurazione del Battesimo, ma anche ulteriore sottolineatura della vera e non solo apparente umanità di Cristo, bisognoso di cure come tutti i neonati; gli angeli, che indicano la stella che annuncia la nascita del Messia, e infine Giuseppe, lo sposo di Maria, spesso collocato in una posizione marginale, che rappresenta l’uomo di fronte al mistero.
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