Elenca le riforme del governo di Matteo Renzi e i relativi
fallimenti:
--la riforma costituzionale bocciata al
referendum;
--quella della Pubblica amministrazione frenata
dalla Consulta,
--e l’altra sulle banche popolari sospesa dal
Consiglio di Stato.
Il ragionamento continua e guarda al futuro:
--al referendum sul Jobs act promosso dalla Cgil,
che terrorizza il Pd,
--e alla sentenza della Corte Costituzionale che
il 24 gennaio si riunirà sull’Italicum.
«Se andiamo avanti così, alla fine, delle riforme
di Renzi non ci rimarrà nemmeno la puzza» sentenzia duro D’Alema.
Senza risparmiarsi giudizi netti sul nuovo
governo Gentiloni, «è un governo finto», e previsioni fosche alle urne, «tanto
al voto prenderanno una botta».
MARIO CAPANNA, agitatore sessantottino che vive con due vitalizzi
«Quantum mutatus ab illo! Ormai (Gentiloni) è il clone di Renzi. Che parabola per chi ha fatto il ‘68. Sarà stato il richiamo della foresta. Del resto se ti chiami Silverj — discendente dei Conti di Filottrano, di Cingoli e di Macerata — e hai rinnegato la tua classe, torni indietro. Poi Roma è corruttrice».
BEPPE GRILLO, leader M5S
"Romava avanti con Virginia Raggi sindaco del MoVimento 5 Stelle. Sono stati fatti degli errori che Virginia ha riconosciuto: si è fidata delle persone più sbagliate del mondo. Da oggi si cambia marcia. Bisogna riparare agli errori fatti per fugare ogni dubbio. L'attività fatta da persone che si sono dimostrate inaffidabili sarà attentamente vagliata e opportunamente annullata o riesaminata da cima a fondo. Governare Roma è più difficile di governare il Paese. Lo sapevamo e non intendiamo sottrarci a questo compito assegnatoci dal popolo. E' la nostra sfida più importante, ma anche quella più difficile e c'è bisogno del supporto di tutto il MoVimento 5 Stelle per vincere questa battaglia"
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