La Repubblica
quando è concessa la
possibilità di esercitare il diritto di voto a chi non si trova sul territorio
nazionale. E devo ammettere che l'arrivo della scheda alla mia attuale
residenza e il successivo invio all'ambasciata (voto valido solo se la busta vi
arriva entro i primi di dicembre) rappresenta uno dei più bei momenti di
democrazia degli ultimi anni della mia vita adulta.
Non capisco le polemiche.
Ricordo con "dolore" l'impossibilità di votare quando lavoravo al
Nord ma avevo mantenuto la residenza in Sicilia e la necessità di trovare
qualche escamotage (fare il rappresentante di lista ) per votare.
In questo
caso, invece, tutto è stato estremamente facile: comunicazione al Comune di
appartenenza della volontà di votare all'estero, recapito a breve della scheda
elettorale, esercizio del voto (nel "segreto" della mia stanza da
letto), spedizione della scheda al Consolato.
Semplice, bello, democratico.
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