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giovedì 19 gennaio 2012

 Sulla strada del rigore e del taglio dei costi della politica
Il governo si appresta a chiedere un 'contributò ai giornalisti che viaggiano sui «voli blu», al seguito delle autorità istituzionali quando si recano all'estero per incontri intergovernativi.
L'iniziativa non è importante per i proventi che potranno realizzarsi, ma perchè consentirà di percepire che la "cosa pubblica" non è qualcosa da godere, da usurpare o da acquisire. E' il messaggio che ci piace; la sostanza sarà ben poca cosa.
La misura scatterà già nei prossimi giorni, quando il premier Mario Monti, insieme ad una delegazione governativa, volerà in Libia per una serie di incontri con il nuovo governo di Tripoli. Alle testate giornalistiche che seguiranno il Professore nella sua missione è stato infatti chiesto - con una lettera- un «contributo viaggi» di 200 euro da versare all'ufficio «Voli di Stato, di governo e umanitari» della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Una prassi - quella di chiedere il «biglietto» alla stampa - largamente utilizzata all'estero: in Gran Bretagna, Francia, Germania e Stati Uniti i giornalisti al seguito di autorità versano delle somme per i passaggi su aerei di Stato. Così come i cronisti al seguito del Vaticano, nei voli papali. In Italia aveva osato fare qualcosa in questo senso Romano Prodi; ma si sà, in Italia la 'serietà' è questione temporanea.

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