« La
Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data
dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al
fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei
cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la
prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti
diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della
propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. »
La memoria.
E’ essa il fondamento su cui si regge la
convivenza civile, è attraverso di essa che si trasmette la cultura.
Ci dicono che nel nostro organismo esistono miliardi e
miliardi di neuroni che hanno il compito di ricordare, che si preoccupano di organizzare nel
nostro cervello una specie di biblioteca. Ora, se strutturalmente siamo fatti per
ricordare, è chiaro che la “memoria” è essenziale all'essere umano. D’altronde ognuno di noi
possiede una “umanità”, una “personalità”, una identità che è alimentata dalla memoria che ci
portiamo appresso.
Lo sviluppo dell’Occidente, sin dall’origine greca ad oggi,
attinge proprio al valore della “memoria”, ai fatti che ci hanno
preceduto per sviluppare il presente, anzi per vivere il
presente e per progettare il futuro.
Tutti abbiamo un passato, senza un passato non esisteremmo; la vita, la cultura, tutto ciò che abbiamo e che siamo lo riceviamo dal passato.
Noi tutti viamo dei nostri ricordi e di ciò che abbiamo nel cuore. Avere memoria significa avere radici, saper vivere
adeguatamente il presente e non avere angoscia per il futuro.
Memoria significa di certo ricordare il passato con le sue
luce e le sue ombre e sotto questa angolatura la “memoria” ci serve per vincere,
superare, i nostri tanti errori, cui siamo chiamati a dare attenzione con senso
critico e con senso di responsabilità.
Tanti di noi puntano sull’oblio per non presentare il conto
dei propri errori. In questo caso si parla di “dimenticare”, nel senso di far
uscire dalla mente, oppure di “scordare” nel senso di far uscire dal cuore.
Qualche volta l’oblio può servire, ma non deve e non può significare sottrarsi alle
proprie responsabilità.
Giorno della memoria, oggi 27 gennaio, deve significare ed
in effetti significa essere consapevoli di
ciò che è avvenuto con la Shoah: esseri umani che hanno sterminato altri esseri umani
inermi senza che esistesse una spiegazione umana. Significa anche dare atto ai tanti eroi che a rischio della vita si sono adoperati a salvare altre vite.
Ciò che è accaduto, quell’esperienza, quella memoria non è “neutrale”; quei fatti implicano infatti un giudizio,
un giudizio di condanna perché non abbiano mai più a ripetersi.
La memoria, non essendo un esercizio rievocativo neutro di fatti
storici ma coscienza e consapevolezza che essi non abbiano mai più ad
accadere nel nostro presente, proprio per questa ragione sta alla base della
nostra civiltà.
Nessun commento:
Posta un commento