La Regione Siciliana è stata declassata dalle società di rating secondo una scala di valori standardizzata. La cosa qui, nella nostra terra, non interessa proprio nessuno nè la giunta di governo, nè il parlamento di Palazzo dei Normanni e meno che mai i siciliani.
Qualche giorno fa nell'incontrare un vecchio amico, questi mi disse che ha due figli laureati e spera molto che in vista delle prossime elezioni regionali (2013) qualche conoscente candidato all'Ars riesca a sistemarglieli sotto le ali di Mamma Regione.
Il mio vecchio amico, da ciò che ricordo, legge i giornali e segue le vicende sociali ed economiche del paese.
Nulla c'è da dire !
C'è solo da pensare se non sia il caso di abbandonare questa terra e di andare a rigenerarsi altrove.
Ma torniamo alle società di rating.
Gli Stati sovrani, ossia qualsiasì entità rappresentativa di comunità indipendente, allo stesso modo degli enti che allo Stato sono collegati (Regioni, Province, Comuni..) sono scrutati e valutati nelle loro elaborazioni programmatiche, contabili e di resoconti da S&P, Moody’s e Fitch in base a parametri che mirano a fissare l'affidabilità finanziaria degli organismi che emettono debiti pubblici, la qualità-credibilità dei loro bilanci, delle previsioni di spese e dei potenziali introiti finanziari.
Queste agenzie sono società specializzate in questo tipo di ricerche e di studi, nell'intento appunto di stabilire lo stato di salute economico-finanziario degli "organismi pubblici, ma anche privati".
Declassare la Regione Sicilia significa che il "rischio di credito", cioè la probabilità che vengano effettuati puntualmente i pagamenti di capitale e interessi del debito pubblico, è diminuito.
Da questo tipo di giudizio ne discende che chi presta soldi alla Regione Sicilia esigerà interessi sempre più alti.
Ci fermiamo qui, dopo comunque aver ricordato per l'ennesima volta che la malattia della Regione Sicilia si chiama "eccesso di spesa corrente (stipendi, parattitismo con erogazioni varie) e mancanza di investimenti".
Diagnosi che sa fare qualsiasi studente del primo triennio degli istituti tecnici commerciali.
Questo tipo di malattia presagisce, ove non curata, che anche fra trenta/quarant'anni la Sicilia continuerà ad essere terra di emigrazione, proprio come lo è dalla fine del Settecento, dopo le liberalizzazioni del Caracciolo.
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