Sicilia. Forconi e malessere reale
La Sicilia in questi giorni occupa ampi spazi nei programmi televisivi nazionali.
Il Movimento dei Forconi è riuscito a far parlare all’intero paese della
Sicilia, sia pure in una dimensione distorta se è vero, come è vero, che spesso
sui problemi gravi che attanagliano l’isola prevalgono le descrizioni di
colore, in pratica spunta immancabilmente il solito clichè di una Sicilia del folklore, delle coppole
storte ed altro ancora.
I “Forconi”, a cui aderiscono accanto a figure equivoche anche
tante, tantissime, persone serie e pulite, vengono dipinti come ‘Movimento’ in cui ci si può imbattere in:
-nobili decaduti che, ‘a cavallo’, guidano i manifestanti nelle loro sfilate
per le vie di Palermo;
-sindacalisti falliti che non avendo avuto successo nelle organizzazioni di
originaria appartenenza si ritrovano a organizzare il movimento spontaneo di
questi giorni:;
-politici dismessi che hanno perso la loro rete clientelare e che riprovano
a rigenerarsi;
-personaggi ‘oscuri’ in contatto con organizzazioni fascistoiche del tipo ‘Ordine
Nuovo’;
-picciotti che piglierebbero disposizioni da capibastoni mafioseschi.
Nessuno è in condizione di smentire queste descrizioni che, se pure ci sono,
non costituiscono, sicuramente, espressione della vasta adesione di massa di questo
movimento che ha in verità portato all’attenzione dell’opinione pubblica problemi, che
comunque li si affronti, sono reali ed esprimono il malessere di tante famiglie
siciliane.
Pure il governatore Lombardo non può fare a meno di tratteggiare in queste ore una Sicilia
che non riesce a reggere il passo con la modernità. E’ lui a dichiarare che da
Catania a Palermo la distanza è inferiore a 180 chilometri e tuttavia le
ferrovie riescono a garantire il collegamento in non meno di 4 ore e mezzo. E’
sempre lui a riconoscere che se lo sciopero degli autotrasportatori, di una
piccola parte della vasta categoria degli autotrasportatori nazionali, ha messo in
ginocchio la Sicilia e l’Italia intera è segno che le Ferrovie nel nostro paese
hanno mancato alla loro missione. Tutto ciò -sostiene- è il segno del fallimento delle
Ferrovie visto che il 90% del trasporto in Italia avviene su gomma.
Quest’accenno del governatore siciliano non è che una mezza verità dell’assoluta
carenza di infrastrutture civili nella Sicilia.
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