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giovedì 19 gennaio 2012

 Sicilia, malessere e proteste
Continua in Sicilia la protesta contro la manovra finanziaria del governo Monti,
-degli autotrasportatori Aias,
- dei pescatori,
- Movimento dei forconi, 
- imprenditori agricoli e altre sigle.
L’aumento del costo del carburante, la mancanza di regolamentazione dei pagamenti della committenza da parte della Pubblica Amministrazione, il cartello imposto dalle compagnie assicurative e una rete infrastrutturale inadeguata sono le ragioni della protesta. 
Nel palermitano sono gravi i disagi al traffico:  
A) a San Cipirello, sulla strada statale Palermo-Sciacca. 
B) Le code hanno interessato viale Regione siciliana nei pressi della rotonda di via Oreto e nei pressi di Villabate. 
C) da lunedì mattina, la circolazione ferroviaria sulla linea Palermo-Messina risulta sospesa per l’occupazione del passaggio a livello della stazione di Santa Flavia da parte dei manifestanti. 
Non poteva mancare la dichiarazione del governo dell'isola secondo cui la colpa di tutto non è del governo Lombardo, bensì di quello nazionale. Tipico gioco dello scarica barile dei piccoli uominicchi-parassiti.
Un assessore giovane-pensionato  ha dichiarato: “Le rimostranze e le manifestazioni che in questi giorni interessano il settore dell’autotrasporto sono la conseguenza del mancato rispetto degli accordi sottoscritti dal precedente governo nazionale e del mancato riscontro degli impegni che l'esecutivo centrale aveva assunto”.
A costui non passa per la testa che a rovinare la finanza pubblica sono i tanti come lui che, appena quarantenne, sono percettori di rendite pensionistiche.
La protesta, comunque, non è condivisa dalle organizzazioni del mondo produttivo, più rappresentative.
Confindustria, Confartigianato, Confagricoltori, Confederazione Italiana Agricoltori, Cna, Casartigiani, Confapi Sicilia, Confocommercio, LegaCoop, Confesercenti Sicilia, Confcooperative, ossia tutte le associazioni di categoria più rappresentative del mondo dell'impresa in Sicilia, pur condividendo i fini della protesta, recriminano le forme con cui essa è stata portata avanti, considerandole “inaccettabili".

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