Nascita, Velletri 1959
Invisibili?
Quella definizione «invisibile» l’abbiamo usata anche noi e si capisce bene perché: Satman Singh il bracciante indiano morto dopo che il suo braccio era stato maciullato da un macchinario e invece di essere soccorso è stato scaricato come inutile spazzatura davanti alla sua baracca, rientra perfettamente nella categoria.
Sono invisibili i migranti sfruttati dal caporalato nell’agricoltura e non solo a Latina e dintorni. Sono invisibili quelli che muoiono in mare, le ragazze schiave della prostituzione, gli anziani soli, i disabili la cui vita è disseminata di ostacoli insormontabili. Invisibili le vittime degli infortuni sul lavoro, uno al minuto, ricorda Giusi Fasano. Eppure, questa definizione di «invisibili» che richiama quanto abbiamo chiuso gli occhi, presenta proprio nella stessa provocazione una contraddizione difficile da ignorare.
Era molto visibile, Satman Singh quando tutte le mattine percorreva 8 chilometri in bicicletta per raggiungere l’azienda agricola in cui lavorava. Nessuno che abbia attraversato la piana pontina, può dire di non aver visto questi lavoratori indiani, col caratteristico turbante, una comunità pacifica e operosa di 200.000 unità – ci ha raccontato Paolo Virtuani - disseminata nelle campagne di Lombardia, Emilia Romagna, Friuli, Lazio.
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