Giacomo Matteotti, fu un eroe solitario, un martire laico della democrazia, un uomo che con il suo riformismo rimase l’ultimo ostacolo contro l’instaurazione del regime di Benito Mussolini. E come tale doveva essere eliminato a ogni costo. Sono passati ormai cento anni da quel pomeriggio del 10 giugno 1924 in cui il leader dei socialisti riformisti venne aggredito a Roma, nei pressi della sua abitazione, da un gruppo di squadristi che, nonostante la sua strenua resistenza, lo caricarono a forza su un’auto e poi lo uccisero a coltellate.
Nascita: Fratta Polesine, 22 maggio 1885
Morto: Roma, 10 giugno 1924
Denunciare sempre
i crimini
«E solo un consiglio va dato ai giovani. Quello
di essere giovani (...) di non diventare
precocemente vecchi e prudenti! C’è già tanta
gente prudentissima intorno, quando la
prepotenza trionfa, che non v’è proprio
bisogno di predicare la prudenza. Ci sono
sempre tante schiene ricurve sotto il
dominatore, che non v’è proprio bisogno
di insegnare la pieghevolezza».
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