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lunedì 20 novembre 2023

Gli Arbereshe nel Cinquecento siciliano (5)

La cornice istituzionale della

Sicilia all’inizio della Modernità 

Dal 1412, il Regno di Sicilia era parte dell’unione personale con i sovrani di Aragona (= condivideva la stessa persona come Capo di Stato), e  dal 1516 parte della Spagna di Carlo V d'Asburgo. L'impianto istituzionale è durato circa 300 anni ed il Regno di Sicilia fu governato dai viceré che mai provarono ad intaccare la forma di Stato feudale concepito nelle Costitutiones di Federico III del 1296 ed anzi difesero le prerogative in materia del Parlamento siciliano

 Nel XVIII secolo il Regno di Sicilia passo' ai Savoia (1713-1720) e quindi agli Asburgo d'Austria (1720-1734), per successivamente transitare nel governo dei Borbone nel 1735. 

 Durante i periodi di unione personale con altri Stati, il Regno di Sicilia conservo' sempre la propria identità ed indipendenza formale (e su più aspetti pure sostanziale), garantita dal ruolo del Parlamento siciliano. L’indipendenza dell'Isola venne meno nel 1816, anno della fondazione del Regno delle Due Sicilie, e fu temporaneamente restaurata nel breve periodo monarchico-costituzionale (appena quattordici mesi) proclamato dalla Rivoluzione siciliana del 1848, quando  fu istituito lo Stato indipendente di Sicilia.

 Per tutto il periodo che va dal 1412 al 1848 il sistema baronale-feudale rimase, nell’Isola sostanzialmente immutato, con pochi ritocchi -riflessi  lontani della Rivoluzione francese-. 

Nel quadro generale sopra tratteggiato avremo modo di seguire cosa e come ogni passaggio storico arrivava in quei secoli nei domini che furono dei Cardona, dei Gioeni e poi dei Colonna.

  (Segue)

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