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giovedì 9 novembre 2023

Medio Oriente. Le ragioni politiche-economiche con sullo sfondo la diversità religiosa.

Scontro di civiltà ?

Sergio Noja Noseda (è stato un dirigente d'azienda e arabista -1931-2008), si è posto su più suoi scritti l'interrogativo su quanto l'Islam rientri e su quanto la parte del mondo non occidentalizzato avrebbero assorbito e gradualmente accettato il processo di occidentalizzazione nello stile di vita e nella visione culturale, ovvero se avrebbero reagito con una crisi di rigetto.

Il 27 luglio 2017, dopo un iter
parlamentare accidentato e
ostacolato da ripetuti rinvii
che avevano fatto temere un
 fallimento, il Parlamento tunisino
 ha approvato all’unanimità con
46 voti a favore la legge contro la
violenza e i maltrattamenti sulle
donne e per la parità di genere.




Secondo la prima direzione (condivisione della marcia dell'Occidente nei costumi di vita e nella parità uomo-donna)  le forze unificatrice dell'economia di mercato e della tecnologia hanno, di fatto, mostrato la capacità di globalizzare l'umanità, ma i fattori etnico-religiosi (riemersi dopo la fine ingloriosa delle ideologie politiche)  stanno dimostrano una rilevanza e capacità di freno inedite del mondo mussulmano.

Se qualche decennio fa si poneva una qualche distratta attenzione sul fondamentalismo mussulmano ai nostri giorni risalta il fenomeno nuovo che sta ponendo all'Occidente la sfida più aspra e le difficoltà maggiori sul piano internazionale. Ed in più, all'interno dello stesso Islam, a trovarsi in serie difficoltà sono gli stessi -pochi- paesi arabi "laici" come l'Egitto. Il fondamentalismo ha allargato il fossato tra le èlite e la classe media del mondo mussulmano - ossia quegli ambienti che avevano puntato all'occidentalizzazione - e le immense masse su cui l'estremismo religioso esercita una forte presa.

Ovviamente la realtà è più complicata e tortuosa di quanto qui possiamo rappresentarla, ma il punto centrale di quanto, attualmente, sta avvenendo fra ebrei e mussulmani in Palestina (striscia di Gaza) è  lo scontro tra le forze della modernizzazione e quelle della tradizione.  Ciò viene riportato ben sapendo che anche nella realtà ebraica esistono forze che affondano la loro cultura nell'ebraismo religioso, seppure temperato da un ampio mondo laico.

Ci piace riportare una visione del mondo dell'ayatollah Khomeini (è stato un politico e imam iraniano. Fu un Grande ayatollah, capo spirituale e politico del suo Paese come Guida suprema dell'Iran dal 1979 al 1989  -Nato 1902-Deceduto 1989-):  "E' forse mandando in parlamento quattro donne che si consegue il progresso?". 

 Su questa base-non base si fonda la convinzione che l'Islam non distingue tra fede e politica, tra religione e politica.  Il che lascia pensare che la democrazia in quel mondo, come è concepita in Occidente ed estesa sia agli uomini che alle donne, non spunterà mai o ci vorrà ancora del tempo.

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