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domenica 3 aprile 2022

Gas Russo. Per l'Italia è davvero difficile farne a meno

 Ragionamenti e Riflessioni

Il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, sulle strategie per liberarci dalla dipendenza dal gas russo dice:  «Noi acquistiamo gas per il 95% del nostro fabbisogno. Il 40% arriva da Mosca. È chiaro che il problema esiste. E che dobbiamo diversificare. Aumentare cioè il numero di chi ci vende gas. Già entro quest’anno avremo una buona diversificazione e se tutto va bene entro due o tre anni saremo completamente indipendenti dalla Russia». 

 In tanti pensano che potrebbe esserci d'aiuto l'eventuale sblocco dei cantieri sulle rinnovabili, ove ci sarebbero già 35 miliardi di euro da investire e che attualmente sono fermi per i ricorsi di varie associazioni ambientali e per le indecisioni delle Regioni.

Acquistiamo attualmente il 40% del nostro fabbisogno dalla Russia di Putin che ci ha riportato, nel cuore dell'Europa ad assistere ad una guerra dalle conseguenze inimmaginabili.

  Fino ad alcune settimane per tutti la parola emergenza significava "Covid", adesso significa "guerra".

Come metterci al riparo per il fabbisogno 

di "energia" che ci arriva dalla Russia?

Ci siamo illusi fino a poche settimane fa che acquistare il gas da Putin potesse automaticamente produrre delle trasformazioni in senso democratico in quella parte di mondo. Putin da parte sua si era illuso che vendendoci il gas noi avremmo dimenticato i valori di libertà e democrazia. Così non sta accadendo e l’Ue ha deciso di inserire in ogni accordo economico precise appendici che riguardano i diritti umani.
Dovremmo quindi essere da adesso in poi più realisti e dirci: se noi vogliamo continuare a garantire i valori democratici, dobbiamo fare anche delle scelte economiche.


Una pala eolica di 30 metri, peggio se di 80, è sicuramente poco bella da vedere e nessuno di noi ha voluto e vorrebbe averla in vista, sul proprio territorio, nella propria realtà di insediamento. Una ventina di anni fa a Contessa Entellina, in Consiglio Comunale, ma anche avendo coinvolto tanti cittadini e famiglie, si è riusciti a bloccare un progetto di impianti eolici che partendo dalle parti a monte di Bagnitelle, attraverso Calatamauro prevedeva di arrivare presso la Chiesa della Madonna Odigitria. La battaglia fu dura e si fece ricorso alla tattica ostruzionistica da parte dell'allora opposizione consiliare e alla fine, grazie anche ad un ricorso presentato dalla struttura che cura il contesto ambientale di Entella quel progetto fu alla fine archiviato.

 Discorso analogo si può fare anche per i termovalorizzatori (  che convertono il calore generato dalla combustione dei rifiuti in energia ) che, lo sappiamo tutti, inquinano.

 Ed ancora, cercare il gas sul territorio italiano e nei mari che circondano le nostre coste ci espone sicuramente a rischi e danni dal momento che intendiamo sviluppare il turismo e valorizzare l'ambiente.

 In simile contesto, purtroppo sono rischi pure quelli che stiamo correndo oggi grazie all’aver siglato contratti con un autocrate pronto a stracciarli per i suoi interessi imperiali ai danni di altre popolazioni. 

 La Russia Vladimir Putin ritiene di stravolgere pure i contratti in essere con l'Italia e gli altri paesi dal momento che chiede di essere pagata in rubli invece che in euro o in dollari come da contratti scritti. Ma proprio quei contratti sono l’esempio massimo di quanto negli ultimi venti anni abbiamo voluto, invece di affrontare la realtà, affidarci a chi preferiva non tanto mentirci quanto illuderci che ce la si poteva cavare senza prendere scelte. 
 Con scorciatoie. Senza pagare alcun costo. Ed invece ...,

Questo significa che oggi potremmo dover ridurre i consumi di energia. Che dovremmo rivedere tutta la catena degli approvvigionamenti. Tutte scelte non indolori. In questi anni tanti politici hanno pensato che si potesse solo allontanare i problemi. Dalle loro bocche mai è uscita la parola «costi». L’assunzione di responsabilità doveva essere sempre di qualcun altro. 

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