StatCounter

venerdì 29 aprile 2022

E fu dittatura (5)

La giornata della Liberazione. Quale significato?

Ci piace ripercorrere alcune tappe del ventennio di dittatura.

Episodi sanguinosi e fratture dei partiti democratici.

Durante i primi mesi del governo Mussolini, già all'inizio del 1923 si ebbero i primi omicidi a sfondo politico. Una delle prime vittime è stato un sacerdote cattolico, l'arciprete Giovanni Minzoni (don Minzoni). 

Per le elezioni del 6 aprile 1924
Mussolini, allo scopo di trovare il
maggior numero possibile di alleati,
preparò il cosiddetto "listone", cioè una lista
elettorale comprendente non solo candidati
fascisti, ma anche uomini politici liberali e
democratici disposti a collaborare con il
fascismo.
Durante una passeggiata serale -era il 24 agosto 1923-  ad Argenta (provincia di Ferrara) insieme ad un suo giovane collaboratore, il quale così descriverà: "Ci assalirono fulmineamente tanto che l'arciprete ebbe appena il tempo di dire: -Ma cos'è questo?- , e poi si trascinò sino alla canonica, dove cadde a terra. Io ferito alla testa, ero riuscito a vedere i due assassini. Fuggirono in fretta, verso il bivio della circonvallazione, dove un altro teneva pronte tre biciclette. Quando cadde per terra, l'arciprete lasciò l'impronta della sua mano insanguinata sul muro della canonica. Disse ancora, con un filo di voce, alcune parole in latino, che non capii. Due ore dopo era morto".

Il giorno dopo, Mussolini sfrontatamente telegrafa al prefetto di Ferrara: "Questa notte arciprete di Argenta, don Minzoni, cappellano militare e medaglia d'argento, proditoriamente ammazzato. Feroce soppressione del sacerdote universalmente apprezzato per azione parrocchiale e civica, largamente benefica, disinteressata et patriottica ha suscitato città e diocesi commozione vivissima. Gravità caso imponemi segnalare Vostra Eccellenza necessità urgenti provvedimenti contro colpevoli sacrilego efferato omicidio".

 Sul territorio tutti conoscevano i due assassini, tutti ne parlavano: erano due squadristi che sfondarono il cranio di don Minzoni, appartenevano alla squadra del quadrunviro Italo Balbo; eppure quell'inchiesta fu archiviata.

 Lo squadrismo di quei primi mesi di governo mussoliniano non distingueva fra politici di destra o di sinistra. L'ex presidente del Consiglio Francesco Saverio Nitti ebbe l'abitazione romana devastata da una squadra per avere scritto un articolo su un giornale americano dove descriveva la crescente illegalità fascista. Nitti sfuggì alla spedizione punitiva perché era assente.

 Amendola, esponente liberale, venne aggredito a colpi di bastonate pure al capo il 26 dicembre del 1923 a pochi passi da casa sua. Il giorno dopo, Il Popolo d'Italia, giornale del Partito fascista commentava: "l'opposizione al governo fascista è un atto di criminalità politica ben più grave della deplorevole aggressione".

 Il 25 gennaio successivo (1924) Mussolini scioglie la Camera. Ed inizia subito una campagna intimidatoria in tutta Italia. E' comunque ancora il periodo durante il quale Mussolini usa il bastone (nelle piazze del Paese) e la carota in Parlamento per conservare il sostegno dei partiti conservatori e moderati, compreso il Partito Popolare che si è liberato di Don Sturzo. In vista delle elezioni punta a preparare un "listone" con tutti i partiti di destra dentro, lasciando fuori i socialisti. Questi seppure tutti schierati contro il fronte mussoliniano si presentano però all'elettorato frammentati su varie liste; liste dove spunta pure il nascente partito comunista.

 Il progetto mussoliniano del potere assoluto -in quel contesto- non può che riuscire nell'intento della vittoria. La gran parte della classe politica liberale, varie personalità indipendenti accolgono il progetto mussoliniano. Il partito popolare, con altrettante fratture interne, presenta una propria lista.

Tratteremo ancora del clima entro cui si svolsero le elezioni, dalla Sicilia al Nord Italia.

(Segue)

Nessun commento:

Posta un commento