I media occidentali hanno subito dato per scontata l'irrilevanza "reale" di ciò che pubblicamente assodavano e si sono, invece, soffermati sulla situazione di salute di Putin colta attraverso l'immobilità della postura, la posizione sulla poltrona, le mani a tenere, saldamente, i bordi del tavolino.
Nei dieci minuti di trasmissione, il presidente è stato ad ascoltare in silenzio la relazione di Shoigu sulla caduta della città martire Mariupol. Secondo i giornali americani -in particolare- è apparso "rattrappito", appoggiato al tavolino, e schiacciato sulla poltrona, quasi a cercare di aumentare la distanza tra lui e l’interlocutore. Le mani non erano posate in modo normale sulla superficie del tavolo, ma afferravano entrambi i lati. Le sue parole sono state asciutte, essenziali. Nessuna enfasi.
Nel corso dell'incontro Putin ha comunque perentoriamente respinto l’idea di Shoigu di dare l’assalto all’acciaieria Azovstal, dove si è rifugiato da giorni il Battaglione Azov. Si complimenta con l’esercito russo e nient'altro.
Su queste poche annotazioni sono scattate le più varie ipotesi sullo stato di salute di Putin.
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