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martedì 26 aprile 2022

E fu dittatura (3)

La giornata della Liberazione. Quale significato?

Ci piace ripercorrere alcune tappe del ventennio di dittatura. 

Una scaletta sui provvedimenti e sull'operato politico più rilevanti del 1923:

Gennaio: 1) Istituzione del Gran Consiglio del fascismo; 2) Istituzione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, che legalizza di fatto lo squadrismo.

Aprile: 1) A Torino il congresso del partito popolare decide l'appoggio critico al governo Mussolini. 2) Il Consiglio dei Ministri approva la Riforma Gentile per la scuola.

Luglio: 1) Don Sturzo lascia la Segreteria del Partito Popolare Italiano, dissentendo dall'appoggio al governo Mussolini.

Agosto:  1)Truppe italiane occupano Corfù.

Settembre: 1) La Grecia si rivolge alla Società delle Nazioni, in seguito all'occupazione italiana di  Corfù.

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Nel corso di quel primo anno di governo -mediante la Milizia-  si verificano da parte fascista (con gli squadristi) episodi persino sanguinosi (Torino). Le violenze vengono attribuite a presunti agguati comunisti e su questo falso presupposto vengono avviate spedizioni punitive contro chiunque si opponga alla violenza.

In quei primi mesi di governo a guida fascista all'interno del movimento mussoliniano sorgono -anche diffusamente- diatribe. La pratica dell'esercizio arbitrario, con la sistematica violazione delle leggi, specialmente nelle realtà periferiche e persino rurali (come era Contessa Entellina), costituisce disturbo dell'immagine che si vorrebbe dare della "normalizzazione". Capita in quel contesto che qualcuno, magari aderente della prima ora al fascismo, osi denunciare gli episodi di illegalità. Costoro, ovunque, oltre che subire successive aggressioni vengono pure con regolarità bastonati. Ci viene in mente come a Contessa due giovani studenti universitari, di tradizione familiare socialista, nel corso della processione dell'8 settembre, approfittando della folla ad essi favorevole, si oppongano a che la banda suoni lungo il procedere del percorso inni fascisti. Per avere essi animato quel segno di avversione a che una manifestazione religiosa divenisse occasione di apprezzamento al regime, verranno fermati e costretti ad allontanarsi dal paese. Torneranno a Contessa, a Fascismo crollato e già affermati professionisti, venti anni dopo.

Nel partito Popolare  nell'aprile 1923, al Congresso di Torino, si verifica lo scontro fra governativi (in collaborazione col fascismo)  e l'ala vicina a Don Sturzo che condanna la diffusa illegalità fascista nel Paese. Il Congresso si conclude però riaffermando l'alleanza col Pnf. Il 15 maggio di quell'anno Don Sturzo viene comunque confermato segretario del Partito. In realtà si tratta della fine del suo impegno in Italia; Mussolini ha infatti iniziato l'avvicinamento al Vaticano e dall'oltre Tevere arrivano indicazioni a quel partito di ispirazione cattolica di liberarsi dell'incomodo segretario. Il 10 luglio don Sturzo è costretto a rassegnare le dimissioni.  

(Segue)

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