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domenica 24 aprile 2022

E fu dittatura

 Domani in Italia è la giornata della Liberazione.

Ci piace ripercorrere -nella ricorrenza- alcune tappe del ventennio di dittatura.

Il 16 Novembre 1922 Mussolini
presenta il suo governo al parlamento
con un discorso rimasto sui libri di storia
come il "discorso del bivacco" tristemente
famoso per la brutalità.
Era il primo passo di un percorso che avrebbe
fatto dell'Italia una dittatura.
Fu infatti cancellata ogni forma di
legalità democratica, di libertà politica
e sindacale.

A 39 anni, Benito Mussolini fu il più giovane presidente del Consiglio della storia d'Italia. I fascisti dopo la marcia su Roma premettero sul re perché il governo fosse formato da soli fascisti, alla fine il governo fu costituito il 30 ottobre 1922 e presieduto da -appunto- da Mussolini, che trattiene per se i ministeri degli interni e degli esteri comprende altri tre fascisti: Oviglio alla Giustizia, De Stefani alle Finanze e Giuriati alle Terre liberate,  due "democratici" (Carnazza ai Lavori Pubblici e Teofilo Rossi all'Industria). Al demosociale Colonna Di Cesaro viene assegnato il Ministero delle Poste e a De Capitani (liberale) l'agricoltura. Giovanni Gentile, indipendente si insedia al Ministero dell'Istruzione ed il nazionalista Luigi Federzoni al Ministero delle Colonie. La Monarchia dei Savoia per sé fa insediare due militari: il generale Armando Diaz al ministero della Guerra e l'ammiraglio Thaon de Revel alla Marina. A due "popolari" Tangora e Cavazzoni vanno il Ministero del Tesoro e quello del Lavoro. C'è da riferire che Don Sturzo era contrario a dare sostegno a quella formazione ma il pontificato di Pio XI era decisamente favorevole.

E fu l'inizio di quello che sarebbe stato il ventennio della dittatura fascista.

All'opposizione rimasero i socialisti che quasi immediatamente si vedono assaltare teppisticamente le sezioni di partito. Gaetano Salvemini quando dall'esilio analizzerà come il Fascismo arrivò al potere scriverà: "Tutta la vita parlamentare italiana è stata vita di dittatura: Crispi fu un dittatore... Giolitti ... Salandra... Boselli ... Orlando...  Mussolini è uno dei tanti dittatori...". Ed invece, non passeranno molte settimane per capire che Mussolini non era ... uno dei tanti. Il 16 novembre di quell'anno infatti Mussolini alla Camera dirà: "Io sono qui per difendere e potenziare al massimo la rivoluzione delle camicie nere. Lascio ai malinconici zelatori del supercostituzionalismo il compito di disertare più o meno lamentosamente su ciò. Io affermo che la rivoluzione ha i suoi diritti. Mi sono rifiutato di stravincere, e potevo stravincere. Mi sono imposto dei limiti. Con 300.000 giovani armati di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infangare il fascismo. Potevo fare di quest'aula sorda e grigia un bivacco di manipoli. Potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto".

E così farà da quella data a poche settimane dopo.

(Segue)

 

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