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giovedì 28 aprile 2022

E fu dittatura (5)

La giornata della Liberazione. Quale significato?

Ci piace ripercorrere alcune tappe del ventennio di dittatura. 

Da subito, ovunque, pure
nei più piccoli paesi di provincia
come Contessa Entellina il Fascismo
fece uso della violenza contro gli
avversari.

In Parlamento finse
di lasciare intendere che
le violenze generalizzate nel
Paese avvenissero senza o contro
la volontà di Mussolini.

Dietro questo falso presupposto
la dittatura nel Paese si è
consolidata anche grazie a gran
parte del mondo liberale e di
quello cattolico. Non di tutto
il mondo cattolico, molti
sacerdoti pagarono pesantemente
la loro opposizione ed il
coraggio della denuncia.
 Fermo restando che quello fascista era un indirizzo autoritario e non disponibile al confronto con il punto di vista "diverso", nella prima fase di governo la politica socio-economica fu sempre incerta e contradittoria. Immediatamente nel 1922 viene creato un proprio sindacato (Confederazione nazionale delle corporazioni sindacali) guidato da un ex sindacalista rivoluzionario comunista, Edmondo Rossoni. L'idea di fondo, utopistica, era che tutti, datori di lavoro e lavoratori, avrebbero dovuto confluire secondo il modello medievale in una serie di "corporazioni" di settore. Nel corso del ventennio tutte le discussioni che gravitavano attorno all'economia sui presupposti corporativi si dimostrarono ora inconsistenti ed ora fallimentari. Gli stessi lavoratori, nella fase in cui non erano ancora stati sciolti i partiti ed i sindacati della Sinistra (Cgil) non mostrarono alcun interesse. Mussolini -constatata la più o meno fallimentare idea corporativa- prova persino a strizzare l'occhio ai sindacalisti della Cgil per dissociarli dal fronte socialista, ed in qualche limitato caso riesce.

 Oltre che al mondo del lavoro, in quella iniziale fase di governo a presidenza fascista con appoggio clericale e di ambienti liberali, Mussolini prova ad attrarre a sé il mondo della cultura e soprattutto il mondo della scuola. Sempre nel 1922 -con semplici decreti- sfruttando una evanescente delega parlamentare- stravolge il sistema scolastico, dalla scuola materna all'Università. Il fine che guida il tutto è la centralizzazione del mondo dell'Istruzione, da guidare con mano autoritaria.

 Il comportamento di quell'iniziale periodo di governo fascista era teso ad accreditare il partito presso i ceti sociali moderati. Mussolini governava come espressione di una piccolissima forza parlamentare (la fascista) ma con i voti dei liberali e dei clericali (questi ultimi preferiscono liberarsi di Don Sturzo pur di avversare l'opposizione socialista e della parte più consistente della Cgil). Molte delle forze liberali avranno bisogno di tempo per accorgersi della doppia-faccia e della strumentalizzazione che Mussolini utilizzava per imporre in Parlamento la sua linea. Da un lato incentivava sulle piazze del Paese lo squadrismo, dall'altro, in Parlamento si presentava da "moderatore".

 Ed intanto la violenza colpiva ovunque le Camere del Lavoro ed i tanti sacerdoti cattolici di cui diremo in prosieguo.

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