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sabato 30 aprile 2022

Italia e credibilità. Riuscirà il Paese a realizzare il PNRR ? (2)

L'opinione collettiva si è distratta, a causa della guerra in Ucraina,

dagli impegni che l'Italia si è assunta col PNRR. 

Riuscirà il nostro paese a mantenere quegli impegni? Possiede le professionalità?

 L’obiettivo del Pnrr è rilanciare la crescita e abbassare il debito pubblico.

Nella consapevolezza che già in partenza sarebbe stato improbabile per il nostro Paese rispettare la tempistica si è fatto un compromesso: 

= = = dei 122,6 miliardi di prestiti, 51,4 verranno destinati a rifinanziare progetti già in essere prima della pandemia:

1)  15 miliardi per la mobilità sostenibile (compresa l’alta velocità), 

2) 0,3 per Ecobonus e Sismabonus, 

3) 8,8 per la rigenerazione urbana, 

4) 5,5 per la didattica digitale e l’edilizia scolastica, 

5) 3,1 come credito d’imposta per la transizione digitale 

6) 3,2 miliardi per la digitalizzazione della sanità. 

Su queste opere in pratica si è cambiata la fonte di finanziamento: da debito pubblico a prestiti europei. Fra gli obblighi da rispettare nei confronti dell'Europa c'è che bisogna ridurre il debito pubblico e ciò spiega la ragione per cui si è deciso di finanziare con parte dei fondi PNRR progetti pregressi già finanziati in deficit. E ciò consentirà alcuni risparmi.















La regola a cui l'Italia deve attenersi col PNRR è: 
O rispetti le tappe o si ferma tutto


L'Italia è già in ritardo sull’avanzamento della spesa e sono, soprattutto i Comuni che si stanno rivelando, in parecchi, incapaci di rispettare la tabella di marcia prescritta. Circostanza peraltro prevedibile se si pensa che  il 69% dei comuni ha meno di 1000 abitanti e non ha adeguate strutture tecniche per portare avanti le opere: -progettazione, 

bandi, 

realizzazione. 

Ai Comuni sono stati assegnati 48,5 miliardi di tutto il piano mentre alle Regioni 14,5 miliardi. Ovviamente le Regioni hanno uffici e competenze strutturate, mentre la gran parte dei Comuni hanno già chiesto di essere sostenuti nell’attuazione delle iniziative del Pnrr. 

Il Mef ha istituito un tavolo di monitoraggio per «verificare che la pioggia di fondi sia ben utilizzata», mentre il Ministero Funzione Pubblica si propone di dare supporto tecnico.

L’Ance (Associazione Comuni) ha analizzato finora 596 progetti presentati da 177 amministrazioni, per un totale di 1,2 miliardi di euro. Il che significa che l’80% non ha un progetto esecutivo che consenta di aprire il cantiere, il 66% ha solo un progetto di fattibilità tecnica ed economica, il 72% dei progetti non è stato aggiornato rispetto agli incrementi di prezzi dei principali materiali da costruzione. 

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Dati e traccia di questo testo provengono da un interessante e molto ampio articolo di Milena Gabanelli, diffuso dal Corriere della Sera.

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